Contro la siccità
il processo di osmosi
per l’acqua di mare dissalata

La siccità idro-meteorologica è una riduzione di precipitazioni che, in presenza di alte temperature, determina condizioni critiche per la produttività delle derrate agroalimentari e colpisce severamente, con effetti su quantità e qualità, tutto ciò che produce il terreno agricolo.

Nasce, quindi, la necessità di attivare soluzioni finalizzate al miglioramento della situazione idrologica del Paese e ancor più della Sicilia, una delle regioni maggiormente colpite dalla siccità con danni incalcolabili sui raccolti e, più in generale, sull’intero comparto agroalimentare e zoologico. Un esempio per tutti, con particolare riferimento alla Sicilia, è la situazione dei vigneti: le uve stressate dalla mancanza d’acqua tendono ad avere acini più piccoli ed una maggiore concentrazione di zuccheri con minore acidità, il che riduce la capacità di invecchiamento dei vini oltre a divenire molto alcolici, compromettendo le nuove tendenze di mercato, mirate a vini sempre più leggeri.

Interventi nell’immediato potrebbero essere quelli di attivare misure incentivanti la realizzazione di pozzi e laghetti artificiali aziendali.

Tuttavia, ciò che serve maggiormente sono interventi strutturali volti a risolvere definitivamente il problema.

Ciò premesso, sicuramente non in via esaustiva, un’importante ed economica soluzione per il fabbisogno idrico della regione Sicilia potrebbe risultare la produzione di acqua di mare dissalata. Considerando che la quantità di acqua potabile per uso domestico è mediamente di 200 lt a persona al giorno, per 5 milioni, quanti sono gli abitanti in Sicilia, diventa un milione di m3 al giorno.

La stessa quantità circa occorrerebbe per il fabbisogno del settore agroalimentare (cereali, uva da vino, uva da tavola, ulivi, agrumi, ortaggi), zootecnico e industriale, per un totale di due milioni di m3 al giorno.

Negli ultimi tre anni si è stimato che la carenza di acqua abbia provocato al comparto agro-alimentare-zoologico e industriale siciliano una perdita di quasi 5 milioni di euro ad anno.

Oggi, con le moderne e già collaudate tecniche di dissalazione dell’acqua di mare (osmosi e derivati), si sosterrebbe un costo di 3 euro circa ogni m3 di acqua dissalata.

Muovendo da dati tecnici ed informazioni, come acquisiti da pubblicazioni ISTAT e su internet, e considerando che il 50% è l’acqua potabile già disponibile a 1 euro per m3 e il 50% è l’acqua a 3 euro per m3, si avrebbe un costo medio di 2 euro al m3.

L’installazione di un dissalatore di acqua di mare di media dimensione (100 m3 ora circa), alimentato anche ad energia eolica o fotovoltaica, ha un costo di 3 milioni di euro circa, ammortizzabile in 10-15 anni.

L’acqua dissalata prodotta verrebbe immessa direttamente nei circuiti già esistenti (dighe, laghetti artificiali e invasi, pubblici e privati, senza ulteriori costi aggiuntivi.

Quindi, installando ad esempio 6 dissalatori in tutta la Sicilia, si avrebbe una spesa di 18 mln di euro, contro una perdita, o mancato utile che sia, di 500 mln di euro annui con un risparmio di circa 482 mln di euro annui.

Teniamo anche in considerazione che la Sicilia è una regione interamente bagnata dal mare (ancora in buone condizioni, attesi gli estratti elementi inquinanti), cosa che renderebbe più semplice e meno costoso il prelievo dell’acqua di mare da introdurre nel processo di dissalazione.

L’insieme di questi provvedimenti, per quanto così sinteticamente illustrati per la migliore intelligibilità, rappresenterebbero un rimedio efficace e un contributo risolutivo ai cambiamenti climatici ed alla grande siccità ormai “patrimonio critico” della Sicilia.

Naturalmente per realizzare questi progetti è necessario l’intervento delle forze politiche regionali, nazionali ed europee, con la stretta collaborazione delle aziende private e degli organismi cooperativi siciliani.

In tanti anni di vita associativa di settore, ci siamo battuti con proposte e progetti concreti per affrontare e risolvere le criticità stagionali della Sicilia, fra queste appunto la siccità ed abbiamo dovuto spesso riscontrare la poca attenzione della classe dirigente politica di fronte a problemi conclamati.

Per cui si pregano le maestranze competenti in materia, di porre la massima attenzione al problema siccità, che da troppo tempo affligge la Sicilia.

Francesco Forace

Enologo, già consigliere nazionale dell’Associazione Enologi Italiani

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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