Invalsi 2024: diseguaglianze, meritocrazia, pandemia

Recentemente (11 luglio 2024), il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara e il Presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, hanno presentato i risultati delle prove Invalsi 2024. Questi risultati forniscono una panoramica dettagliata dello stato dell’istruzione in Italia, evidenziando aree di successo e punti critici che richiedono un’attenzione immediata. L’annuale rilevazione rappresenta uno strumento fondamentale per valutare il livello di competenze degli studenti italiani nelle materie chiave: italiano, matematica e inglese.

Uno dei punti di attenzione principali, sottolineato dal Presidente dell’Invalsi, riguarda le persistenti disuguaglianze territoriali. I dati rivelano che gli studenti delle regioni del Sud e delle Isole continuano a registrare performance inferiori rispetto ai loro coetanei del Nord e del Centro Italia. Questa disparità non solo riflette differenze economiche e sociali, ma indica anche una necessità urgente di interventi mirati per garantire pari opportunità educative a tutti gli studenti.

Il rapporto evidenzia una preoccupante stabilità rispetto al 2023 nelle competenze matematiche, in particolare tra gli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Questa tendenza “stabile/negativa” potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro formativo degli studenti, rendendo necessario un ripensamento delle strategie didattiche e una maggiore attenzione alla formazione anche degli insegnanti di matematica.

Le prove di italiano hanno rivelato che una percentuale significativa di studenti fatica ancora con la lettura e la comprensione del testo. Il Presidente dell’Invalsi ha evidenziato l’importanza di promuovere una cultura della lettura fin dai primi anni di scuola, adottando metodi innovativi per coinvolgere gli studenti e migliorare le loro abilità di comprensione.

L’inglese, lingua fondamentale per la comunicazione globale e le opportunità lavorative, rimane una sfida per molti studenti italiani. I risultati indicano che sebbene ci siano miglioramenti rispetto agli anni precedenti, il livello medio di competenza rimane insufficiente per molti studenti. È cruciale, dunque, potenziare l’insegnamento della lingua inglese attraverso programmi di immersione e scambi culturali.

Un altro punto di attenzione è l’impatto a lungo termine della pandemia di Covid-19 sul sistema educativo. Le interruzioni delle lezioni in presenza e il ricorso alla didattica a distanza hanno accentuato le disuguaglianze e creato nuove sfide per studenti e insegnanti.

Una particolare riflessione è stata fatta sugli studenti “meritevoli”, che solitamente progrediscono rapidamente grazie alla loro capacità di apprendimento autonomo e alla loro motivazione, hanno risentito notevolmente dell’isolamento e della mancanza di socializzazione e motivazione.

Secondo i dati presentati, la pandemia ha accentuato le diseguaglianze nell’accesso alle risorse educative. Gli studenti che eccellono tendono a fare affidamento su laboratori, biblioteche e strumenti tecnologici per approfondire le loro conoscenze. L’assenza di accesso a queste risorse ha limitato le loro possibilità di apprendimento avanzato e ha rallentato il loro progresso formativo.

La pandemia ha aumentato i livelli di stress e ansia tra tutti gli studenti, ma quelli meritevoli sono stati particolarmente colpiti. Abituati a ottenere risultati eccellenti, hanno sperimentato una maggiore pressione nel mantenere alte le loro performance in un contesto di incertezza e isolamento e questo ha, certamente, influito negativamente sulla loro capacità di concentrazione e sul loro rendimento scolastico. Le diseguaglianze digitali hanno ulteriormente esacerbato la situazione: gli studenti provenienti da famiglie con risorse limitate hanno avuto difficoltà ad accedere a dispositivi e connessioni internet stabili e questo ha impedito loro di partecipare pienamente alla didattica a distanza e coltivare gli stimoli necessari alla sana competizione e al sano confronto.

Sembra paradossale, ma è cruciale affrontare queste sfide con interventi mirati per garantire che questi studenti “meritevoli” o forse più giusto definire “motivati”, che hanno già notevoli difficoltà a scuola, molto più interessata al recupero che al potenziamento degli studenti in difficoltà, – soprattutto nella secondaria di secondo grado – possano ritrovare il terreno perso e continuare a eccellere nel loro percorso educativo. Nell’ottica dello sviluppo futuro della nostra società, abbiamo, necessariamente e fortemente bisogno, di giovani motivati e meritevoli che possono essere da traino anche per chi è in difficoltà. L’esempio rimane, ancora oggi, il campo più fertile per l’apprendimento!

Lucia Martiniello

professore Ordinario di pedagogia sperimentale – Università Telematica Pegaso

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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