Conte, Salvini e Berlusconi hanno fatto cadere Draghi in una fase molto difficile, con la guerra in Ucraina che non ha fine e una crisi energetica che rischia di mandare tutta l’Europa in recessione nell’ultimo trimestre del 2022. In questo contesto, portare deliberatamente il Paese ad elezioni anticipate – in autunno, stagione in cui mai si era votato in passato per le politiche – è stato un atto di irresponsabilità senza precedenti.
Le elezioni del 25 settembre sono uno spartiacque. La scelta è tra due visioni molto diverse del futuro del Paese.
L’alleanza guidata dal PD punta con decisione sull’Italia del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Un Paese saldamente ancorato all’Europa e all’Alleanza atlantica, che a Bruxelles si è conquistato le risorse per realizzare gli investimenti e le riforme indispensabili per uscire da vent’anni di stagnazione e imboccare la strada di uno sviluppo più inclusivo e sostenibile. In una fase di ripresa dell’inflazione, di aumento dei tassi di interesse e di rallentamento dell’economia la politica economica deve focalizzarsi su pochi, fondamentali obiettivi. Non è il tempo di promesse costose e irrealistiche. Dobbiamo attuare il PNRR e mettere in campo misure coraggiose contro il caro bollette, a livello europeo (tetto ai prezzi dell’energia e disallineamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas) e nazionale (introducendo in via emergenza le un regime di prezzi amministrati, rendendo operativa la fornitura di elettricità e gas a prezzi calmierati, raddoppiando il credito d’imposta per i consumi energetici delle imprese, promuovendo il risparmio energetico e l’aumento della produzione da fonti rinnovabili. È necessario restituire potere d’acquisto ai redditi, falcidiati dall’inflazione: lo dobbiamo fare tagliando il carico fiscale sul lavoro e potenziando la quattordicesima pensionistica. Queste misure possono essere finanziate destinando a questo scopo tutte le risorse recuperate dalle azioni di contrasto dell’evasione fiscale previste dal PNRR. L’Italia verso cui punta il PD estende i diritti sociali – introducendo il salario minimo, contrastando la precarietà del lavoro, investendo su scuola e sanità – e quelli civili.
La coalizione di destra, guidata da Giorgia Meloni, è ambigua e divisa sulla collocazione internazionale dell’Italia. Salvini ha mantenuto i legami con Putin, la Meloni quelli con i partiti di estrema destra che governano in Ungheria e Polonia. La destra è vaga e contraddittoria nelle sue proposte di politica energetica ed economica. Chiedono al governo Draghi di intervenire contro il caro bollette, dopo averne provocato la caduta. Dicono di essere a favore dei rigassificatori, ma Fratelli d’Italia è contro quello di Piombino. Si proclamano a favore del nucleare, ma senza indicare dove pensano di realizzare nuove centrali atomiche che, oltretutto, avrebbero bisogno di oltre dieci anni per essere realizzate mentre le famiglie e le imprese italiane le bollette le devono pagare adesso. Sul versante fiscale, la confusione è massima: Salvini e Berlusconi propongono la flat tax al 15 o al 23 per cento, che però – prescindendo dagli effetti regressivi che produrrebbe – è totalmente assente dal programma comune della coalizione. Meloni, Salvini e Berlusconi sono invece uniti da molti no: no al salario minimo, no alle norme contro le delocalizzazioni, no allo ius scholae, no alle quote rosa, in nome di un modello sociale chiuso e conservatore.
La posta in gioco è molto alta. La campagna elettorale sarà molto breve, con il rischio di un elevato astensionismo. Gli indecisi, come sempre, saranno moltissimi fino all’ultimo: una quota molto importante di elettori decide cosa scegliere a pochi giorni dalle elezioni o addirittura nel momento del voto. In una campagna molto gridata sui media e sui social, recuperare una dimensione di ascolto e di prossimità è il servizio migliore che la politica può fare al Paese. Ci aspetta un autunno estremamente difficile, evitare voli pindarici e rimanere con i piedi per terra è un dovere di trasparenza nei confronti degli elettori.