È giusto andare subito al cuore delle questioni. E per quel che riguarda le attività e l’ambito di intervento della Fondazione Leonardo, specificare quali iniziative sono in campo e quali progetti sono allo studio. A partire dalla recente sperimentazione del cosiddetto liceo digitale, una delle articolazioni nel settore scolastico e della formazione avviate dalla Fondazione Leonardo. L’obiettivo della sperimentazione (“Educare a pensare”) è per molti versi il core business di tutte le iniziative della Fondazione: l’umanesimo digitale è il traguardo finale di un percorso che si nutre di tante tappe, grani di un rosario per consentire di dotare tutti, e in particolare le giovani generazioni, degli strumenti indispensabili per progettare il proprio futuro. Proprio perché la formazione educativa è fondamentale, il liceo digitale è stato un campo d’azione prioritario, realizzato attraverso l’accordo con il ministero della Pubblica istruzione con Leonardo Spa e con la Fondazione. La scuola scelta è stata l’istituto tecnico-commerciale e per geometri C. Matteucci di Roma, situata nel terzo municipio. Personale specializzato della Leonardo ha affiancato i docenti, gratuitamente per un’ora a settimana, nel normale percorso scolastico con l’obiettivo, come si legge nel documento di progettazione sottoscritto dalle parti, di costituire un “laboratorio di pensiero”. Questo perché la sperimentazione scolastica messa in campo al Matteucci rappresenta la risposta a nuove esigenze, sulla base di stimoli provenienti da più direzioni: da una parte, infatti, il Piano Nazionale Scuola Digitale, al quale la didattica deve far riferimento, richiede espressamente alle scuole di “sviluppare in modo integrato le competenze digitali con i curriculi disciplinari”. Dall’altra la felice e proficua collaborazione con la Leonardo S.p.a. e la Fondazione Leonardo, formalizzata da un accordo siglato tra le parti, che ha tra i suoi obiettivi quello di favorire il dialogo tra le materie scientifico-tecniche e umanistiche, fondamentali per garantire un futuro sostenibile.
Ma, come accennato, il liceo digitale è solo una delle strade che la Fondazione percorre per dare risposte ai bisogni dei cittadini e stimolare la consapevolezza che l’avanzamento tecnologico determina. Tre sono infatti i filoni di lavoro identificati come Civiltà dello Spazio, Civiltà del Mare e Civiltà della Terra.
Il primo avrà uno sbocco operativo di forte rilievo nella giornata di studi prevista per il 16 dicembre presso l’auletta di Montecitorio alla presenza dei vertici di Leonardo Spa, della Fondazione Leonardo, dei ministri della Difesa e dello Sviluppo e di scienziati e tecnici impegnati nella materia.
L’iniziativa è nata dalla collaborazione con SEE lab e l’Università della Sapienza di Roma. L’obiettivo è sollecitare il Parlamento a varare una normativa specifica per l’uso e lo sfruttamento dello spazio. La definizione di una strategia con relativa politica industriale facilita infatti l’individuazione di aree di intervento per un rinnovato “diritto spaziale” italiano. Le priorità della strategia italiana, in sintesi, riguardano la valorizzazione della leadership italiana già acquisita in particolari settori come le stazioni spaziali commerciali; il rafforzamento della cooperazione tra Università, Centri di ricerca, istituzioni pubbliche e aziende private; la spinta a individuare partenariati tra pubblico e privati a livello sia nazionale che internazionale con attenzione a minimizzare i rischi dei vari progetti, l’attrazione di nuove risorse finanziarie, lo sviluppo del capitale umano sotto forma di affinamento delle competenze delle attività di networking e quindi dell’imprenditorialità.
A questo fine, dopo la giornata del 16 dicembre, verrà realizzato un libro bianco contenente le proposte strutturali per una legge italiana dello spazio.
Iniziative ambiziose della Fondazione, che trovano particolare alimento anche negli studi e ricerche concernenti la Civiltà del Mare. In questo ambito, sfruttando le conoscenze e le tecnologie in possesso della Marina Militare, l’attenzione è concentrata sullo studio e analisi del subacqueo con specifico riferimento al reperimento e sfruttamento di materiali come terre rare e manganese, che sulla terraferma la Cina ha accaparrato e commercializza in un sostanziale regime di monopolio. Come pure particolarmente rilievo concerne la modalità della posa dei cavi sul fondale marino, operazione di notevole importanza per la trasmissione dei dati e che deve essere svolta senza danneggiare l’ambiente o l’ecosistema dei fondali.
Infine Civiltà della Terra dove, d’intesa con la Coldiretti, gli sforzi sono concentrati sull’agricoltura di precisione anche in questo caso stimolando la dimensione “duale” che concerne la collaborazione tra pubblico e soggetti privati.
In realtà ci sono altre miriadi di iniziative della Fondazione Leonardo che riguardano settori strategici. Sono denominati “Progetti Paese” e spaziano dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione per favorire la formazione delle classi dirigenti ai corsi sulla Cybersecurity d’intesa con l’Arma dei Carabinieri, alla strutturazione di momenti di educazione digitale rivolti alle fasce di cittadini più anziane trai 60 e gli 84 anni, residenti in piccoli centri con meno di 8000 abitanti.
Impossibile per ultimo non citare la rivista Civiltà delle Macchine, ponte tra le conoscenze tecnologiche e la loro diffusione mediatica, che nel 2023 celebrerà i 70 anni di attività con una cerimonia al Maxxi di Roma dove è prevista anche la partecipazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
L’Umanesimo digitale è la concreta frontiera del futuro. La Fondazione Leonardo è impegnata a fornire ai cittadini strumenti conoscitivi capaci di metterli in sintonia con le scelte che verranno.