Tommaso Miele all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025 della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale del Lazio


Se non fosse opera di un magistrato, la relazione di Tommaso Miele all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Lazio, di cui è Presidente – oltre a essere Presidente aggiunto della Corte dei conti -, potrebbe considerarsi a tutti gli effetti un programma politico sulla giustizia.

Da sempre considerato il volto umano della magistratura contabile, ancora una volta Miele ha attenzionato l’uditorio su tematiche che, per quanto note, meritano di essere osservate con una lente diversa.

Sulla riforma della giustizia, richiamando l’art. 101 della Costituzione, Miele ha sottolineato che se “da un lato, il giudice non è assoggettato ad alcun altro potere, essendo in un Paese democratico la magistratura autonoma ed indipendente da ogni altro potere, dall’altro non può e non deve diventare egli stesso legislatore, in quanto in un Paese democratico la legge la fa il Parlamento e il giudice deve limitarsi ad applicarla.”

Miele si è soffermato anche su temi quali la libertà di stampa, la tutela dei diritti e della dignità del cittadino e l’uso corretto delle intercettazioni: “bisogna conciliare etica e diritto, etica e giustizia” – e ciò può avvenire solo quando – “l’esercizio della funzione giurisdizionale è finalizzato alla affermazione della giustizia e all’accertamento della verità e non al giustizialismo e alla vendetta, al diritto del cittadino ad una giustizia rapida, efficiente e soprattutto giusta, al diritto ad un giusto processo, al diritto ad una ragionevole durata del processo”.

Non è poi mancata anche una stoccata alla magistratura, quando Miele afferma che “il giudicare non deve mai diventare mestiere, abitudine, fredda applicazione della legge, come se fosse una mera elaborazione di dati in un computer; il giudice deve essere umano, si deve sempre, e ogni volta, far carico del caso specifico e del fatto che la questione su cui è chiamato a giudicare, anche se per lui è abitudinaria, assume per l’imputato, o per le parti nel giudizio civile, o per il convenuto nel giudizio innanzi alla Corte dei conti, una valenza “particolare”, una importanza e una rilevanza vitale, nel senso etimologico della parola, nel senso che può cambiargli la vita. (…) Il giudice non deve mai considerarsi estraneo al tormento di colui che è chiamato a giudicare, e giammai deve porsi nei suoi confronti con l’alterigia del migliore, con la presunzione del sapere, con la certezza di chi si ritiene depositario del giusto e del vero, con il compiacimento del potere. Il giudice deve accostarsi con umiltà alle responsabilità del suo servizio, e deve accertare una verità che resta pur sempre, ed in ogni caso, relativa”.

Un passaggio della sua relazione ha riguardato, infine, anche la proposta di legge Foti di riforma del ruolo e delle funzioni della Corte di conti e, andando controcorrente, Miele ha sottolineato come questa “non indebolisca affatto il ruolo della Corte e non riduca assolutamente i controlli (…) e noi magistrati dobbiamo avere il coraggio e la saggezza di guardare con fiducia al rinnovamento della Corte”.

Nel panorama attuale, che vede il sistema giustizia avere un deficit di consensi con un indice di fiducia non certo tra i più alti, Miele si presenta come un vero garantista, un magistrato che, esercitando le proprie funzioni con rigore e trasparenza, non ha mai esitato, a dispetto di critiche spesso aspre, a porre al centro la persona e la tutela dei diritti e delle garanzie. Ci sono tanti suoi colleghi, sicuramente la maggior parte, che condividono questa sua impostazione, ma di certo non sono tra i più “rumorosi”, né tra i più noti alle cronache.

Ha fatto, quindi, seguito l’intervento del Procuratore Regionale del Lazio Paolo Luigi Rebecchi, che ha dato atto dell’attività della Procura nel 2024, indicando con puntualità le principali casistiche riscontrate, aventi ad oggetto l’illecita percezione di contributi pubblici nazionali ed europei, l’illecita percezione di incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il conferimento illegittimo di incarichi e il mancato riversamento della tassa di soggiorno in riferimento a soggetti diversi di rilevanza nazionale. Per quanto riguarda i numeri, 2.096 sono le istruttorie pendenti al 1° gennaio 2024, 621 le nuove istruttorie aperte nel 2024 con 2.916 archiviazioni disposte in via preliminare, 1.006 i decreti di equa riparazione e 890 le archiviazioni a seguito di istruttoria. L’importo del danno contestato in citazione è risultato pari a quasi 129 milioni di euro, gli importi recuperati a seguito di giudizio 35 milioni circa e 466mila euro quelli recuperati in sede istruttoria.

Aula delle Sezioni riunite della Corte dei conti.

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