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Andrea Reale
Il comitato direttivo centrale dell’ANM appena rinnovato era quello che avrebbe dovuto dare una risposta credibile e forte allo scandalo denudato dalle note vicende dell’hotel Champagne e delle nomine pilotate per gli uffici giudiziari.
La “modestia etica” emergente dalla vicenda dei traccheggi e delle raccomandazioni dentro il CSM è stata invece sepolta e insabbiata come acqua fresca, sia dai gruppi, sia dal Comitato Direttivo Centrale, sia dalla giustizia disciplinare.
Nessuna concreta autoriforma è stata suggerita da alcuna delle correnti corresponsabili del Sistema innescato e vivente dentro la magistratura associata e istituzionale.
All’interno di una Giunta pseudo-unitaria, dove si assisteva a continui reciproci attacchi tra i gruppi antitetici di Area e di Magistratura Indipendente, il Sistema si è autoprotetto e conservato, dando grande prova di corporativismo.
Nicola Saracino
Oggi i magistrati manifestano contro un iter legislativo, altre volte i politici si sono agitati contro un processo.
Tentativi di reciproco condizionamento, schermaglie extra ordinem, potrebbe chiosarsi.
Per entrare nel merito delle questioni sarà bene sottolineare che il pubblico ministero conosciuto ai Costituenti non è quello odierno.
Ha cambiato pelle per effetto del codice di procedura penale varato nel 1989 e da organo ancillare del giudice qual era in precedenza, ha assunto il dominio assoluto dell’accusa nel processo penale, autonomo dal giudice al quale rivolge le sue richieste, come se fosse una “parte”.
La separazione delle “carriere” risponde, fondamentalmente, a questo mutato assetto del pubblico ministero, vuol prenderne definitivamente atto eliminando la “promiscuità” con il corpo dei giudici.
Paolo Lembo
La tragedia di questa guerra è di tale profondità che probabilmente una generazione (forse due o tre) non sarà sufficiente per giungere ad un vero accordo di pace. Quindi nel migliore dei modi, il risultato finale di una trattativa di vicino futuro potrebbe essere un accordo di temporaneo cessate il fuoco. Tanto basta per dare valore a un accordo che metta fine ad una carneficina difficilmente giustificabile, come quella che osserviamo ogni giorno in Ucraina.
Se un valore può aver avuto la guerra in Ucraina, questo è di aver reso improcrastinabile la costituzione di un sistema di difesa europeo indipendente, ben oltre la NATO, nel quale l’Europa possa prepararsi ad essere finalmente capace di difendere se stessa. E sia quindi libera di scegliere il corso di una politica estera che rappresenti la complessità e le nuove opportunità di un futuro multipolare, unica garanzia per un nuovo patto di stabilità, che più stabile renda, soprattutto, la sicurezza europea.
Enrico La Loggia
Non bisogna avere timore dell’autonomia differenziata, occorre solo riscrivere la legge. È evidente che così non va bene.
C’è molto da fare e occorre veramente una grande capacità di analisi e una grande competenza e ci vogliono tempi adeguati e risorse sufficienti. Ed è necessario soprattutto intraprendere un percorso di sviluppo che veda ogni Regione crescere utilizzando appieno le proprie risorse e le proprie potenzialità. Riusciranno i nostri “politici” ad avere una visione per il futuro del nostro Paese e la forza e la costanza necessarie per realizzarla? Abbiamo il dovere di sperare e sorvegliare perché questo avvenga.
Corrado Gatti
Il governo della SCF consente di raggiungere diversi obiettivi chiave: ottimizzazione del capitale circolante, miglioramento dei flussi di cassa, riduzione del rischio finanziario e incremento della produttività.
In un contesto recente caratterizzato da crisi che hanno evidenziato l’importanza di strumenti innovativi per garantire la resilienza finanziaria delle imprese, la Supply Chain Finance rappresenta una soluzione strategica in grado di ottimizzare il cash flow, mitigare i rischi e rafforzare la competitività lungo tutta la filiera produttiva. In un mondo sempre più interconnesso e instabile, investire nella SCF non è solo una scelta tattica, bensì anche una necessità strategica per costruire un futuro economico più solido e sostenibile.
Andrea Ferretti
Il secondo fattore, essenziale per la sostenibilità del nostro debito, è connesso, invece, alla fiducia degli investitori nel “sistema Italia”. E non si può negare che, attualmente, questa fiducia esista e sia tangibile. Più in particolare, questo inedito stato d’animo deriva essenzialmente da due elementi. Il primo è legato all’attuale stabilità politica che risalta ancor di più se paragonata all’instabilità politica di Francia e Germania. Il secondo elemento è che il ministro Giorgetti non solo ha messo al riparo la manovra economica da tentazioni di “finanza allegra”, ma ha anche presentato alla Commissione un Piano Strutturale di Bilancio imperniato su precisi limiti alla crescita della spesa pubblica e sul rientro dal debito in 7 anni. Un piano che, peraltro, è stato considerato equilibrato ed attuabile dalla Commissione stessa. Da evidenziare, infine, che questo clima di fiducia si è percepito anche nell’ambito della prima emissione di BTP a 10 anni del 2025, che ha attirato l’attenzione di oltre 400 investitori di 35 Paesi che hanno sottoscritto oltre il 30% del totale.