Quel pasticciaccio brutto nel Grande Oriente d’Italia


Cosa accade all’interno del Grande Oriente d’Italia (GOI), il principale e più importante gruppo massonico italiano?

Da mesi è in corso una contesa tra gli aspiranti Gran Maestri, che a suon di carte bollate e ricorsi in Tribunale, cercano di aggiudicarsi la tanto agognata carica.

Certamente non appare uno spettacolo edificante, anche perché i contendenti dovrebbero essere soggetti illuminati e affrancati dalle passioni, che gli stessi definirebbero profane.

Ma, a quanto sembra, non è proprio così. Con le elezioni della scorsa primavera, precedute da una campagna elettorale non troppo improntata al fair play, Antonio Seminario è risultato eletto Gran Maestro. Circostanza, questa, che ha scatenato l’offensiva del contendente Leo Taroni (vincitore al primo conteggio), il quale ha contestato il risultato a causa dell’annullamento di taluni voti ritenuti non validi dalla competente commissione elettorale. Nelle more di ricorsi e contro ricorsi, il Tribunale di Roma ha prima sospeso l’elezione di Seminario, decisione di fatto ignorata dalla Corte centrale del GOI che ha riconfermato Seminario, e poi nominato curatore speciale Raffaele Cappiello con il preciso compito di rappresentare legalmente il GOI, in uno specifico contenzioso legale, come previsto dall’art. 78 del Codice di Procedura Civile, che non riguarda l’amministrazione e il governo del GOI stesso.

Questi sinteticamente i fatti, che appaiono chiaramente disdicevoli per un Ordine che si richiama a valori improntati alla libertà, uguaglianza e fratellanza.

La massoneria, che nel passato ha avuto fra le sue file personaggi che di certo hanno onorato la scienza, la cultura e le arti con una propria spiritualità, anche se non di natura religiosa, sta forse pagando il prezzo di una importante crescita numerica, chissà se anche qualitativa, indirizzata verso accadimenti che poco si differenziano per taluni versi dalla comune politica dei partiti.

Sembra esserci un certo allontanamento dallo spirito, che dovrebbe istituzionalmente caratterizzare la massoneria. Forse taluni sembrano ritenerla una sorta di super partito, cosa non proprio in linea con i suoi scopi.

Ma cosà accadrà in ultimo? Quali saranno gli esiti della guerra intestina, che dopo quasi duecento anni vede i grembiulini scontrarsi per eleggere il nuovo Gran Maestro? Assistiamo ad una degenerazione e ad una decadenza qualitativa, alla quale seguirà una flessione anche degli iscritti? Forse servirebbe solo un cambio di paradigma e una presa di posizione della base, allontanando i soggetti che strumentalmente vogliono porsi al vertice della massoneria per ragioni personali profittevoli e certamente non commendevoli.

Una cosa è certa, di fronte a questo triste spettacolo, Nathan e i gran maestri del passato, che hanno sacrificato i loro interessi e subito persecuzioni ed esili, si staranno rigirando nelle tombe.

Ma questo sembra passare il convento, pardon la loggia!

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