L’Ordine dei medici
di Roma

in campo contro la droga

Il 26 giugno 2024 si è svolta la Giornata mondiale contro le droghe ed in quell’occasione si è avuta la presentazione, da parte del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Politiche Antidroga, Alfredo Mantovano, della relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024.

I numeri emersi dal rapporto annuale sulle tossicodipendenze rappresentano, di fatto, una vera e propria pandemia: 960mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni, ovvero quasi il 40% della nostra popolazione studentesca, dichiara di aver fatto uso di sostanze illegali nella propria vita, di cui 680 mila, cioè il 28%, nell’ultimo anno.

Si tratta di dati impressionanti con un importante aumento dei casi di uso di cocaina, droga che può essere mortale già alla prima dose: stiamo parlando di 54mila casi nell’ultimo anno.

Studi scientifici inconfutabili e la bibliografia correlata mostrano ormai con chiarezza quelli che possono essere i danni della cannabis.

Il 20% dei consumatori corre il rischio di diventare schizofrenico, il 30% dei ragazzi cade in una sindrome amotivazionale che induce il soggetto a chiudersi in se stesso abbandonando studi, sport e amici. Infine, i danni diretti sullo sviluppo cerebrale portano a perdere circa 10 punti di quoziente intellettivo. 

Si registra un aumento del 5% di giovani che hanno avuto accesso ai pronto soccorso per problemi legati all’uso di sostanze. Si tratta di un dato altissimo: si sono avuti, infatti, 9 mila accessi, di cui la metà per psicosi acuta dovuta all’assunzione di droghe.

Come Ordine dei Medici di Roma, stiamo lavorando fortemente per fornire alla popolazione medica una corretta informazione sulle nuove droghe. Pensiamo, ad esempio, al caso del Fentanyl, sostanza pericolosissima che si affaccia sul panorama dei mercati dello spaccio, proveniente dagli Stati Uniti dove ha già fatto decine di migliaia di morti. Vogliamo inoltre agire, fornendo utili strumenti ai giovani e fare prevenzione nelle scuole, in modo che le nuove generazioni, quelle più vulnerabili, abbiano consapevolezza di questo drammatico tema.

Nello specifico stiamo organizzando dei corsi di “peer education” (educazione tra pari) in cui sono gli stessi alunni “leader”, una volta formati, ad illustrare i danni delle dipendenze ai loro compagni di classe.

Una prevenzione, però, che va fatta anche creando un consenso diffuso nel Paese e tra le generazioni dei più grandi, quelle dei genitori. Dati della relazione parlamentare mostrano che, purtroppo, per ragioni totalmente antiscientifiche, c’è una sottostima della gravità del problema proprio da parte dei genitori. Basti pensare che il 40% delle madri e dei padri degli alunni delle scuole di Roma, si dice tollerante nei confronti dell’uso dei cannabinoidi e addirittura la metà ritiene che l’utilizzo di alcol e cannabinoidi da parte dei propri figli debba essere “contestualizzato al momento”. Stiamo parlando, lo ricordo, di sostanze entrambe illegali se associate ai minorenni.

Manca, invece, la consapevolezza che non si tratti più del vecchio spinello dei figli dei fiori (tra l’altro anche quello estremamente pericoloso), ma di sostanze dagli effetti psicotropi 30 volte più potenti e che possono indurre gravi psicosi nei giovani.

È arrivato il momento di combattere tutti insieme una “giusta” battaglia culturale e scientifica, contro le droghe a difesa dei nostri giovani.

Stefano De Lillo

Vice Presidente Ordine dei medici di Roma

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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