Hanno detto… sul numero 64, aprile 2024 • anno 6

Debora Serracchiani
Su come proceda l’attuale Governo, il giudizio è purtroppo negativo.
Sono tre gli interventi del Governo e di questa maggioranza, che esemplificano bene ciò che serve e che non si fa e di ciò che si fa ma che non serve: l’abolizione dell’abuso d’ufficio, la reintroduzione della prescrizione e la separazione delle carriere.
Ora, la domanda chiave è come queste cosiddette riforme incidano sugli obiettivi del PNRR. E la risposta è: in nulla. Hanno impegnato per mesi le Camere in provvedimenti che quando non sono inutili sono dannosi. In sé e perché mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi e le stesse risorse del PNRR.

Antonio Misiani
Con il DEF bisognerebbe iniziare a dire che, per trovare i soldi che servono, alcune tasse aumenteranno e una serie di spese saranno tagliate, mentre la strada del deficit, a cui il governo è ricorso a piene mani con l’ultima manovra di bilancio, sarà sostanzialmente impercorribile a causa delle regole stringenti del nuovo patto di stabilità (deciso dalla coppia Francia-Germania e avallato supinamente dal governo Meloni) e dell’apertura a carico dell’Italia di una procedura per deficit eccessivo. Meloni e Giorgetti dovrebbero iniziare ad ammettere che buona parte delle loro promesse (le “cambiali” di cui sopra) non saranno onorate. Un suicidio, prima delle elezioni di giugno. Quello che manca, in questo DEF, non sono le “istruzioni” europee.
Manca la volontà di dire la verità all’Italia.

Guido Quintino Liris
I bisogni sanitari cambiano, la popolazione cambia  ma il paziente deve restare al centro dell’attenzione insieme al suo sistema familiare, in una condizione circolare di benessere e di qualità di vita la migliore possibile; tutto ciò è realizzabile attraverso la telemedicina, la teleassistenza, l’assistenza domiciliare integrata con le specialistiche periferiche, le case di comunità e gli ospedali di comunità che devono essere pensati per garantire qualità, oltre alla possibilità di un contenimento della spesa che va altresì direzionata verso attività di accrescimento e miglioramento delle infrastrutture dedicate.

Giuseppe Tripoli
Nelle varie crisi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è imprescindibile un’Europa dalla statualità più forte. Molte di esse, infatti, sono globali: le crisi belliche, la competizione tra grandi potenze, i nuovi rapporti di influenza nel pianeta, l’evoluzione del continente a noi vicino, l’Africa, e le pressioni demografiche, dimostrano che c’è bisogno di un’Europa unita e forte.
Una matura costruzione europea non potrà consolidarsi in modo puramente tecnocratico; avrà bisogno del coinvolgimento delle società e delle opinioni pubbliche. Animare e dar ruolo alle realtà intermedie è quindi fondamentale. E da questo punto di vista, l’idea della sussidiarietà va potenziata. Finora a livello europeo è stata prevalentemente considerata un criterio per regolare i rapporti tra istituzioni comunitarie e Stati nazionali. Invece ne vanno ampliati gli orizzonti per includervi il rapporto tra le istituzioni (europee e nazionali) e le società, in tutte le loro dimensioni, nei diversi Paesi europei.

Pietro Abate
La composizione negoziata deve essere vista come un’opportunità per le imprese di conoscere la propria situazione economico-contabile-patrimoniale e prevenire uno stato di crisi irreversibile, che pregiudicherebbe, di conseguenza, i creditori e le parti interessate e, più in generale, tutto il sistema economico. Le Pubbliche Amministrazioni, in primis le Camere di Commercio, da un lato e i professionisti, dall’altro, che assistono quotidianamente gli imprenditori, devono contribuire a diffondere una più ampia conoscenza delle potenzialità offerte dalla composizione negoziata. È auspicabile che l’estensione della disciplina della transazione fiscale e contributiva con i creditori pubblici qualificati a tutte le forme di crisi d’impresa e di insolvenza e, quindi, anche alla composizione negoziata possa incrementare la fiducia delle imprese e degli addetti ai lavori in tale strumento.

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