Hanno detto… sul numero 57, settembre 2023 • anno 5

Vito Rallo
Tutti noi, cristiani, musulmani, ebrei e membri di altre tradizioni religiose abbiamo bisogno di incontrarci per dialogare, conoscerci, valorizzarci e lavorare insieme per un futuro migliore per tutti.
Siamo sempre chiamati a camminare insieme, convinti che il futuro di tutti dipende anche dall’incontro tra le religioni e le culture.
La convivenza pacifica è il primo gradino del rispetto, che deve però condurre alla condivisione fraterna, all’aiuto reciproco e all’amore.
Sono convinto che l’Occidente indifferente, materialista, edonista abbia bisogno di valori che solamente la spiritualità e la fede in Dio Padre di tutti può donarci, affinché il nostro mondo conosca giorni sereni e pacifici, che nascono da cuori rinnovati alle sorgenti della fede in un solo Dio.

Barbara Floridia
Stiamo lavorando al parere sul contratto di servizio affinché ci sia la dovuta considerazione per tutte le sfaccettature di una società in cambiamento come quella italiana. Particolare attenzione dovrà essere riservata ai giovani e ai minori, sia in termini di contenuti sia in termini di engagement. Uno dei temi che vorrei fosse centrale in generale nella narrazione del servizio pubblico è quello del lavoro: dalle crisi industriali fino alle opportunità legate all’intelligenza artificiale, alle nuove tecnologie e ai green jobs.
Il fatto che la RAI possa essere condizionata dai partiti politici e, soprattutto, dal Governo è una polemica che torna periodicamente. È chiaro che, senza una riforma seria e condivisa della governance, ci saranno sempre contrasti anche sui palinsesti. Ma dirò di più: è necessario giungere a una definizione di servizio pubblico condivisa e al passo con i tempi ed è essenziale per una riforma organica. Anche per questo promuoveremo come Commissione di Vigilanza gli Stati Generali del servizio pubblico in autunno in accordo con la RAI.

Luigi Ciampoli
Si è richiamato in apertura del lavoro dare ragione del significato letterale insito nella stessa definizione delle c.d. “porte girevoli”.
Da questa definizione, sia pure maliziosamente, per le caratteristiche di una facile mutevolezza delle posizioni che possono acquisirsi, fantasiosa terminologia ha considerato le “porte girevoli” anche indicative di situazioni giuridiche non corrette, coinvolgenti pure altri campi istituzionali. Anche il campo politico infatti, il ricorso a frequenti episodi di “porte girevoli”, pur pacificamente consentito, sembra possa adombrare incertezze non trascurabili.
Profili infatti di coerenza, fondatezza ed apparenza, riscontrabili in frequenti cambi di casacca, sembrano difficili da identificare nelle valutazioni conseguenti ad acquisite e mutate appartenenze politiche.
Forse il lamentato problema relativo alla scarsa affluenza elettorale può esser frutto di conseguenziali negative valutazioni da parte degli elettori.

Matteo G. Caroli
Nell’architettura regolatoria che si sta configurando per l’agroalimentare devono essere previste misure specifiche e margini di adattamento per renderla valida per tutte le tipologie di imprese e filiere produttive. Del resto, l’efficacia di una norma (come anche la probabilità che essa sia rispettata) dipende dalla capacità di ciascun soggetto coinvolto di incorporarla nei propri comportamenti, considerarla equa e derivarne un vantaggio complessivo. Vantaggio che può anche non arrivare subito per tutti, ma deve essere manifesto e condiviso almeno nel medio termine. In conclusione, le politiche per il comparto agroalimentare devono certamente stimolare le imprese a migliorare l’impatto ambientale delle proprie produzioni, migliorare il loro valore nutrizionale, ma anche e nella stessa misura favorire il rafforzamento della loro efficienza produttiva e capacità di competere in mercati dominati dai grandissimi gruppi globali.

Miriam Mirolla
Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, da cittadina e critico d’arte mi sono chiesta come e se l’arte potesse e dovesse intervenire per fornire strumenti utili alla comprensione e alla soluzione di un problema così complesso. Ma è difficile in questi casi evitare di cadere nella propaganda di parte e nella retorica pro o anti-bellica; quando l’arte si avvicina ai temi politici, rischia di diventare un elemento illustrativo di un pensiero politico precostituito.
Per questo, ho pensato di attuare un’operazione più delicata, di soft power, incentrata su alcune opere storiche di Sergio Lombardo, che raffigurano gli uomini politici dell’epoca.
Proprio utilizzando la potenza evocativa dell’immagine dei Kennedy di Sergio Lombardo, ho organizzato all’Ara Pacis, luogo quanto mai appropriato al tema, una conferenza internazionale in occasione del sessantesimo anniversario di quel discorso sulla Pace del 10 giugno ’63, dando voce a figure di grande rilievo.
Mettere insieme tutte queste menti è stata un’operazione che ha coinvolto anche il think tank “Pensare Insieme” e l’Accademia di Belle Arti di Roma con lo scopo di riscrivere una “storia politica dell’arte” dove l’immagine preannuncia e stimola un nuovo pensiero politico, filosofico e sociale, da costruire con le nuove generazioni.

Dimensione Informazione

Dimensione Informazione

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

© Copyright 2024 | Dimensione Informazione
Tutti i diritti riservati

Privacy Policy Cookie Policy Cambia preferenze

Contatti:
Viale Giuseppe Mazzini, 134 - 00195 Roma
Telefono: 06.37516154 - 37353238
E-mail: redazione@dimensioneinformazione.com