La Grande Roma:
una ricerca della Camera di Commercio svela i veri “numeri” della Capitale

La modifica degli assetti istituzionali del nostro Paese è un tema di stretta attualità. C’è, però, un aspetto mai risolto, che si trascina dall’avvio del nostro stato unitario: quale status istituzionale vada riconosciuto a Roma.

L’Italia è nazione priva delle grandi tradizioni centraliste che pongono altre grandi capitali in un ruolo naturale di preminenza. Ed è bene che sia così, perché il policentrismo è storicamente uno degli elementi di forza dell’Italia, che trova oggi sua derivazione economica nel radicamento territoriale di un tessuto di piccole medie imprese altamente competitive. Cionondimeno, i numeri di Roma la distinguono dalle altre città italiane e, se ricevessero la corretta forma istituzionale, potrebbero a loro volta divenire elementi di rafforzamento dell’intero Paese.      

Una ricerca realizzata dalla Camera di Commercio di Roma, che porta come eloquente titolo “La grande Roma”, ci fornisce al riguardo dati di grande originalità, tratti dall’analisi dalle utenze telefoniche di chi quotidianamente arriva e si sposta in città, condotta nel pieno rispetto delle normative sulla privacy.

Questa fonte statistica, attraverso l’utilizzo di dati pre-pandemia, ci consente di leggere la dimensione di Roma attraverso una metrica nuova e particolarmente informativa.

I residenti ufficiali all’anagrafe risultano poco più di 2 milioni e 800mila. Ma, in base ai dati telefonici, sono quasi mezzo milione in più coloro che risultano dormire a Roma almeno 5 giorni alla settimana, per un periodo di osservazione di almeno sei mesi consecutivi – che vi risiedono, dunque, pur non avendo la residenza ufficiale nella Capitale. Per intenderci, molti di più dell’intera popolazione di Firenze, che ha 360mila residenti.

Un salto di scala che porta i servizi municipali a un evidente sovraccarico.

Al di là del fatto puramente quantitativo, quello che merita di essere sottolineato è però l’aspetto qualitativo, ossia la ragione per cui Roma esercita questa forza gravitazionale. Conta naturalmente il turismo, che abbiamo visto scomparire durante la pandemia e progressivamente tornare alla normalità nel corso dello scorso anno, riavvicinando i 20 milioni di arrivi. Flussi turistici così intensi comportano un’elevata complessità di gestione, ma non sono di per sé motivo per invocare un diverso status amministrativo per Roma. Si tratta infatti di un’opportunità di sviluppo economico che la città deve essere in grado di sfruttare al meglio, dotandosi di un modello di turismo sostenibile e capace di conciliare le aspettative dei visitatori con le esigenze dei residenti.

Soprattutto, lo studio ci informa sul fatto che la dimensione di Roma cresce perché ad essere attratti sono flussi legati più al lavoro che al turismo. Anche qui con una distinzione importante. I pendolari propriamente detti, che si recano quotidianamente a Roma almeno 15 giorni al mese, sono circa 420mila. Accanto a loro, troviamo, in media, ogni giorno, 470mila visitatori abituali, cioè persone che arrivano in città dalle 2 alle 14 volte al mese, senza pernottarvi e senza avervi un impiego fisso. I visitatori abituali arrivano dagli altri comuni della cintura metropolitana o da altre province del Lazio (e sono in questo assimilabili ai pendolari), ma anche, in numero consistente, da altre regioni, in prevalenza Campania, Lombardia, Toscana e Abruzzo.

Insieme, le due categorie – pendolari e visitatori abituali – contribuiscono ad aumentare la dimensione di Roma di quasi un terzo rispetto ai suoi residenti ufficiali.

Il contributo dei turisti al sovradimensionamento quotidiano di Roma si ferma invece all’8%. Ogni giorno, in media, ve ne sono 230mila entro i confini del comune di Roma. Di questi, il 51,4% sono stranieri e il resto italiani.

Dobbiamo, infine aggiungere, gli oltre 220mila visitatori occasionali, che restano un solo giorno nella Capitale.

C’è un ultimo dato della ricerca che merita di essere richiamato. Le utenze telefoniche indicano che nel Centro storico i residenti sostanziali, che vi dormono cioè per almeno 15 notti ogni mese, superano di un quarto i residenti ufficiali. Questo permette di dire che, mentre la periferia romana è andata ampliandosi attraverso i residenti ufficiali, il Centro storico (ma anche altri quartieri semicentrali), hanno conservato una densità abitativa superiore a quella descritta dalle statistiche ufficiali.

Roma, dunque, come emerge dalla ricerca, non è immobile, con i suoi 2,8 milioni di abitanti ufficiali, ma è una città vivacissima, molto più dinamica di quanto comunemente si pensa, con più di 4 milioni e mezzo di presenze quotidiane. Fatto che, in realtà, altro non è se non un riconoscimento implicito del ruolo che Roma svolge come Capitale del Paese. Per questo, qualsiasi progetto di riforma istituzionale che manchi di assegnare a Roma uno status adeguato è destinato a rivelarsi incompleto.

Lorenzo Tagliavanti

Presidente della Camera di Commercio di Roma

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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