Pensare Insieme,
un nuovo think tank nel panorama politico e culturale

Un nuovo think tank è nato nello scenario politico, economico e culturale italiano. Si chiama Pensare Insieme e prende esplicitamentevita dai costrutti filosofici di Hannah Arendt. Ideato da un manipolodi studiosi di diversa estrazione disciplinare sparsi sul territorio italiano e all’estero, Pensare Insieme si configura come un gruppo politicamente creativo e indipendente che si riunisce online per studiare, approfondire temi cruciali della contemporaneità con esperti internazionali, confrontarsi, proporre e dare a quanto prodotto dall’intelligenza collettiva una valenza immediata nel reale.

Oggi, a un anno dalla nascita, Pensare Insieme ha già una sua piccola grande storia. Cominciata con un’aggregazione tumultuosa nell’esperienza di cittadinanza digitale della piattaforma Rousseau, si è rapidamente consolidata in una associazione culturale ex-novo, con una vocazione internazionale sotto molti aspetti. Per dirla usando una metafora, cara al sociologo Domenico De Masi, da granuli dispersi di sabbia ci stiamo trasformando in solidi mattoni. E il professor De Masi costituisce proprio la stella polare di questo think tank, in quanto uno dei pensatori più attenti del nostro tempo che ci ha accompagnato fin dagli esordi nella nuova metodica e nella messa a punto del format originale di Pensare Insieme.

Cosa ha fatto finora Pensare Insieme? Dopo mesi di rodaggio, di vive e significative esperienze politiche all’interno del M5S, ha cominciato a interrogare e far confrontare direttamente alcuni protagonisti del mondo politico, ha riaperto la trattativa tra Giuseppe Conte e Davide Casaleggio, nel tentativo di salvare la piattaforma Rousseau dalla totale dismissione, ha favorito un organico avvicinamento tra i principi e valori politici del M5S e alcune figure chiave della cultura contemporanea, come lo stesso De Masi, Tomaso Montanari, il giurista Paolo Maddalena, gli economisti Mauro Gallegati e Jean-Paul Fitoussi, anche in vista della nascita della Scuola di Formazione Politica del M5S.

Pensare Insieme sta in sintesi sperimentando una nuova forma di attivismo politico su base culturale che riconosce l’importanza fondamentale del lifelong learning per tutti gli attivisti e per ogni cittadino politicamente attivo, persegue l’approfondimento e la condivisione continua dei temi economici, politici e culturali più significativi del momento esplorando, ad esempio, la pervasiva influenza politica, nella destra così come nella sinistra, del progetto predatorio neoliberista che, dagli anni Novanta in poi, ha profondamente depauperato l’Italia e il suo stato sociale.

Il risultato del Pensare Insieme è di fatto una conversazione aperta, comune e continua, spesso fortemente conflittuale, capace di generare soluzioni innovative, coordinare azioni politiche collettive e di sostanziarsi, anche, in un preciso progetto editoriale.

La nostra prima pubblicazione, “Conversazione con Jean-Paul Fitoussi”, risale al luglio 2022. Ad aprile avevamo registrato quella che poi si sarebbe rivelata l’ultima uscita pubblica di Fitoussi, prima della sua morte improvvisa. Quell’esperienza ha stimolato e segnato profondamente la nostra crescita come think tank. Proprio per rispondere alla perdita di un’amicizia appena nata, piena di potenzialità, la trascrizione fedele di quella conversazione si è rivelata come la migliore terapia per l’intero gruppo. L’abbiamo tradotta anche in inglese pensando che prima o poi avrebbe voluto leggerla anche Joseph Stiglitz, storico partner in crime di Jean-Paul. E così è stato quando a dicembre, in occasione della giornata in ricordo di Fitoussi all’Università Sciences Po di Parigi, Stiglitz, Phelps e altri big dell’economia mondiale hanno ricevuto in dono il nostro libro.

Essendo la trascrizione di una conversazione avvenuta online, non troverete la firma di un singolo autore, ma un collettivo di autori; inoltre, l’intero think tank ha seguito con attenzione ogni aspetto della pubblicazione, dalla stesura dei testi, che deliberatamente mantengono la leggerezza del parlato, alla traduzione e alla grafica editoriale, di tipo minimalista.

Nell’introduzione emerge che già Robert Kennedy nel 1968 aveva indicato l’urgenza di una nuova misurazione, più complessa e articolata, del benessere di una nazione: “Il Pil misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”, sosteneva Kennedy, ed è poi l’economista Mauro Gallegati ad avallare la bontà di quel “cruscotto di indicatori” individuato da Fitoussi, Stiglitz e Durand nella ricerca transdisciplinare messa in piedi dallo stesso Fitoussi nel 2008, su incarico del Presidente Sarkozy, e documentata nel libro “Misurare ciò che conta”. Interessante e straordinario lo sforzo di quegli studiosi per arrivare a quantificare elementi a prima vista non quantificabili. De Masi chiede a Fitoussi la differenza tra benessere e felicità. Sono parole interscambiabili? Cosa le differenzia? E Fitoussi risponde: “Ti dico la verità. Noi preferiamo l’espressione qualità della vita, perché sia felicità che benessere hanno una dimensione psichica che non possiamo misurare, che non è possibile misurare. Conosco della gente che è nel più grande benessere, ma che sta in manicomio. Dunque bisogna avere una visione più scientifica di quello che facciamo”. E allora, come misurare la qualità della vita? Col suo team, Fitoussi si focalizza su oltre centocinquanta indicatori che bisogna cominciare a considerare oltre il Pil: il tasso di occupazione, l’istruzione, la salute, l’ambiente, la sostenibilità e così via. L’economista Francesco Saraceno, suo amico e più giovane collega all’Università Sciences Po di Parigi, gli chiede se “riusciremo a liberarci del Pil e avere delle misure utilizzabili di benessere”. In effetti, il problema della misurazione è centrale: “Quello che misuriamo è sbagliato – dice Fitoussi – invece di misurare la ricchezza di una nazione, misuriamo il debito della nazione…Quello che vorrei far sentire è che il problema delle misure è solamente parte dei problemi che ci riguardano tutti e che hanno come elementi importanti l’uguaglianza o la disuguaglianza, la democrazia, il sistema politico e il sistema istituzionale, senza parlare del sistema sociale…Quando la ricchezza è concentrata in poche mani, non è più un sistema democratico”. E a questo punto interviene Paolo Maddalena citando il secondo comma dell’Articolo 3 della Costituzione, sottolineando che “quei principi ai quali Fitoussi si riferisce, cioè la libertà e l’eguaglianza, sono propri della nostra Costituzione. Anche il riferimento al lavoro come energia vitale, insieme alle energie naturali, è da mettere in evidenza, ed è il fondamento della nostra Repubblica”.

Il libro si chiude con una dedica straordinaria di Fitoussi al nostro think tank: “Per pensare insieme, il solo modo di progredire nella società è la politica”. Un metodo e un programma, al tempo stesso, che abbiamo assunto come nostro principale obiettivo.

Oggi, nella giovane vita di Pensare Insieme sta arrivando un nuovo studioso-amico. Si tratta dell’economista Jeffrey D. Sachs, che il 2 febbraio sarà ospite dell’Accademia di Belle Arti di Roma per una lectio magistralis sui rapporti tra sviluppo sostenibile, creatività e guerra. Pensare Insieme continua ad aprirsi a nuove, vitali conversazioni.

Miriam Mirolla

Presidente di Pensare Insieme - docente Accademia di Belle Arti a Roma

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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