La Asroma in questi giorni sta portando a termine il processo del cd delisting dalla borsa italiana, possibile con il raggiungimento attraverso un opa del 95% circa delle azioni sul mercato.
Obiettivo già tentato dalla precedente proprietà facente capo a Pallotta e non raggiunto.
Oggi, invece, il risultato appare ormai a portata di mano da parte della famiglia Friedkin sull’onda anche di una ritrovata fiducia tra la tifoseria giallorossa e l’attuale proprietà, rafforzata prima dall’arrivo di Mourinhio e poi dalla vittoria in Conference League.
Sembrano passati anni luce da quando 22 anni fa (Presidenza Sensi) la Asroma e altre società di calcio decisero di entrare nella borsa italiana sull’onda di un entusiasmo tutt’altro che fondato, che spingeva a gestioni finanziarie come obiettivo necessario per far crescere fatturato e risultati tecnici.
Un’idea di calcio fallimentare, che ha portato a bilanci sproporzionati, costi di gestione a salire e che la crisi pandemica prima e ora quella conseguente alla guerra in Ucraina sta svelando in tutti i suoi rischi.
Bene quindi sta facendo la dirigenza della Asroma a perseguire questo obiettivo e bene stanno facendo i piccoli azionisti ad accettare la proposta opa anche perché, al di là del valore affettivo, il valore di quelle azioni non è mai decollato e la presenza in borsa della societa è ormai diventata nei movimenti azionari puramente simbolica.
Questa vicenda ci aiuta anche a fare una riflessione più generale sui modelli di gestione delle società di calcio.
Voglio infatti tornare sulla necessità di accompagnare la gestione delle società di calcio ormai fatta attraverso capitali e investimenti privati con un nuovo ruolo partecipativo dei tifosi e degli abbonati.
Il cd modello tedesco.
Associazione sportive partecipate dall’adesione dei singoli tifosi e appassionati capaci di affiancare e indirizzare le proprietà di capitali. Un ritorno dello sport e del calcio alle sue radici popolari, una responsabilizzazione dei tifosi sulla necessità di politiche sostenibili sui bilanci, un bilanciamento propositivo di responsabilità verso quegli investitori di capitali sempre meno legati al territorio e provenienti dai grandi business internazionali.
D’altra parte non credo sia casuale che le due competizioni europee per club siano state vinte dall’Eintracht Francoforte (Europa League) e Real Madrid (Champion League) dove addirittura il Presidente è eletto dai tifosi associati.
Proprio in queste ore, prima di andare in pubblicazione, arrivano due ulteriori notizie: la Consob proroga di una settimana la scadenza per ultimare il rastrellamento di azioni da parte della AsRoma, confermando che l’obiettivo è vicinissimo e che non si ripeterà quanto accaduto nel 2020.
L’altra notizia è l’accordo di intenti tra il Comune di Roma Capitale e AsRoma per l’individuazione dell’area di Pietralata per il nuovo stadio e la scadenza del 2027 per la realizzazione dopo aver presentato a settembre il progetto definitivo.
Siamo alla conferma che il delisting libererà risorse ed energie per nuovi investimenti patrimoniali, ma anche della necessità di un coinvolgimento sempre più stretto della tifoseria nei progetti.
Per questo rimane ineludibile la necessità di uno studio approfondito del modello associativo tedesco anche in sede parlamentare per promuovere quelle norme capaci di aiutare le società di calcio in tale direzione.
Dopo una legge sugli stadi, infatti, serve ancora di più ora una legge sulla gestione associativa e non solo di capitali per lo sport professionistico.