Una nuova dimensione di sviluppo per Roma e il Lazio

L’assemblea generale di Unindustria – Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma – Frosinone – Latina – Rieti – Viterbo – onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – è stata occasione importante per fotografare lo stato di salute delle imprese italiane, in particolare del Lazio, e per affrontare i problemi che si frappongono alla crescita, tanto necessaria per garantire opportunità professionali ai nostri giovani.

Come ricordato dal Presidente di Unindustria Angelo Camilli, la pandemia prima e la guerra dopo hanno certificato la fragilità del Sistema Paese che sta scontando la mancanza di scelte strategiche relativamente alla politica energetica e a quella industriale.

Al di là del blocco del nucleare, il fermo delle ricerche per le estrazioni di gas, l’opposizione al recupero di energia dai rifiuti, il ritardo burocratico nel dare riscontro alle domande per impianti ad energia pulita, hanno determinato una forte debolezza del Sistema Paese, con un incredibile aumento di costi per famiglie e imprese.

Lo sforzo che il Governo ha messo in atto ha soltanto parzialmente limitato le difficoltà e gli extra costi, essendo di tutta evidenza che soltanto un Piano Energetico strategico e una partecipazione di tutte le fonti disponibili può superare la dipendenza esistente dal gas russo.

Sul versante della politica industriale, l’attività del Governo ha spinto positivamente sui settori tradizionali, ma è mancato il cambio di passo sull’innovazione e ciò in un momento in cui la crisi della globalizzazione induce i paesi a riposizionarsi sui mercati mondiali cercando di garantirsi maggiore autonomia e minori interdipendenze.

L’aumento dell’inflazione, che già si prefigurava prima ancora della guerra in Ucraina, sta determinando una nuova centralità delle politiche del lavoro, per la perdita di potere di acquisto dei salari, che certamente pone un problema al nostro Paese, ma che deve trovare risposta in una crescita significativa della produttività, in un importante taglio al cuneo fiscale, nella detassazione degli incrementi salariali di secondo livello, in un forte investimento  sulla formazione in parallelo agli interventi sugli ammortizzatori sociali.

Il Lazio in questo contesto – dopo una caduta del PIL più contenuta della media nazionale nel 2020 ed un rimbalzo nel 2021 anch’esso più contenuto – sembra proiettarsi nel 2022 ad un completo allineamento alla crescita media nazionale.

Roma è risultata peraltro una delle città italiane maggiormente penalizzate nella fase pandemica per la crisi dei servizi, con danni importanti e prolungati nei settori del turismo, del commercio e dei trasporti. In particolare, molto più significativo rispetto alla media nazionale è risultato il crollo dei flussi turistici nel 2021.

La ripresa del 2021 è stata trainata dalle costruzioni e dall’industria. Roma nel 2021 ha registrato un importante aumento dell’export grazie all’apporto della metallurgia, dell’aerospazio e della chimica. Ma la crisi provocata dalla guerra si sta ora scaricando proprio sul settore industriale per il rialzo dei prezzi dell’energia e delle materie prime e per le interruzioni nelle catene di fornitura e nella logistica internazionale.

L’auspicio è che in questa difficile fase i ruoli si invertano e il settore dei servizi possa riuscire a sostenere la crescita come è stato nel 2021 con l’industria. I numeri del turismo negli ultimi due mesi, seppur distanti da quelli del 2019, sembrano in grado di dare una prima scossa, così come promettenti risultano i dati del traffico aeroportuale. Motivo di fiducia è la recente inaugurazione della nuova area d’imbarco dell’Aeroporto Leonardo Da Vinci in previsione delle sfide che la Capitale ha davanti, il Giubileo e l’auspicata Expo 2030.

Altro problema da affrontare nella nostra Regione è la maturazione, all’interno delle istituzioni, di una cultura industriale all’altezza delle sfide che ci attendono.

La Regione ha testimoniato peraltro, negli ultimi tempi, una crescente capacità di ascolto e sta dando luogo a scelte politiche positive sulla programmazione dei fondi strutturali nell’allocazione delle risorse e ad una più incisiva strategia di specializzazione con un ruolo significativo per l’economia del mare e dell’automotive.

La nascita del Consorzio Industriale Regionale, il più grande di Italia, può costituire fattore importante di sviluppo.

La Commissione Europea ha dato a molte aree della regione Lazio la possibilità di fruire di aiuti a fondo perduto, ma occorre avere la capacità di facilitare gli investimenti.

Fondamentale sarà la politica di sostegno al credito, per la crescita delle nostre imprese che spesso hanno difficoltà ad accedere allo stesso, atteso che in questi anni è risultato determinante il supporto dato dallo Stato agli istituti di credito a garanzia dell’esatto adempimento degli impegni da parte delle imprese.

L’utilizzo delle autorizzazioni ambientali ha risentito eccessivamente di una visione ideologica da parte degli amministratori che deve essere combattuta. Le recenti posizioni della Regione sulla Valle del Sacco e del Comune di Roma sul termovalorizzatore sembrano testimoniare la volontà di affrancarsi da approcci ideologici per riprendere, nel rispetto dell’ambiente, una politica di crescita e di sviluppo.

Roma deve ritrovare la sua dimensione di Città con proiezione di grande capitale internazionale.

Il PNRR e gli interventi per il Giubileo del 2025 – oltre alla conferma del Giubileo straordinario del 2033 – possono dare una spinta ad un periodo di forte sviluppo. Il progetto Roma Technopol ha visto protagonista il sistema associativo industriale insieme alle sette Università del Lazio e ai quattro Centri di ricerca Nazionale; l’obiettivo è la nascita di un polo per l’alta formazione e la ricerca di livello internazionale su trasformazione digitale, transizione energetica, biofarmaceutica e salute.

La recente notizia dell’intesa raggiunta da parte dei gruppi parlamentari sugli emendamenti alla riforma di Roma Capitale sembra aprire la strada al rafforzamento dell’autonomia normativa, amministrativa e finanziaria, individuando le funzioni garantite a Roma, lasciando la potestà legislativa in materia di sanità alla Regione, ma favorendo poteri legislativi a Roma senza necessità di intesa con la Regione stessa. Se questo percorso si dovesse realizzare – auspicabilmente nei primi mesi del 2023 – ciò favorirebbe un ruolo diverso di Roma e un’auspicata stagione di sviluppo.

Giancarlo Abete

imprenditore - Presidente di Fidimpresa Italia

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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