Nell’ultimo decennio, la parola “community” ha evocato mondi virtuali governati dalle leggi spesso discutibili dei social, dai segreti degli algoritmi, dalle futuristiche previsioni di guru della rete che hanno immaginato il nostro futuro scrutando tra le nostre azioni e le nostre preferenze.
In realtà viviamo nelle community, o più familiarmente nelle Comunità. Queste attraversano la nostra società, aggregano interessi, progetti, idee e ognuno di noi appartiene a una o più Comunità. O meglio, ognuno di noi sente il bisogno di condividere il proprio cammino con le proprie Comunità, territoriali o tematiche, spontanee o organizzate. È la scoperta dell’appartenenza che, nei casi più virtuosi, consente processi di consapevolezza che portano a rafforzare, rivitalizzare e sviluppare le Comunità.
Al di là del risvolto sociologico, in questi meccanismi si muove il futuro della comunicazione e delle relazioni sociali reali e virtuali (per quanto possano esser ancora così definite). Con il mio socio e Presidente di Typimedia, Luigi Carletti, abbiamo orientato da subito i nostri indirizzi di sviluppo verso le Comunità, nell’editoria e nella comunicazione strategica
Le pubblicazioni di Typimedia nascono sotto la collana ombrello “CommunityBook”. In CommunityBook si parla di storia, arte, memoria, territorio, enogastronomia, fiction. Sono protagoniste le Comunità con i propri valori.
In questi giorni è on air una campagna di Conad, prima in Italia per quote di mercato nella GDO. “Il meglio del futuro è nella Comunità”, potrebbe sembrare quasi uno slogan olivettiano più che un moderno claim pubblicitario. Ma le Comunità esistono, hanno una vita che va al di là di quella dei singoli individui, ma di cui gli individui beneficiano. Soprattutto, hanno necessità, esigenze, gusti e preferenze. Insomma, sono dei target di mercato da interpretare. La corretta interpretazione apre la strada a progettualità più o meno complesse e stratificabili.
A ogni Comunità la propria storia
Nell’editoria, con la produzione della collana di Storia “Dalla Preistoria ai giorni Nostri”, con Typimedia siamo andati alla ricerca del profilo identitario di ogni singola Comunità. E la risposta è stata ed è rilevante. Le Comunità hanno voglia di riconoscersi attraverso i fatti storici che hanno portato alla loro formazione ed evoluzione. Le abbiamo identificate come città (ad es. Pavia, L’Aquila, Siracusa, Prato etc.), come aree (i Colli Euganei, la Versilia, la Marsica etc.) o, nel caso delle grandi città, come quartieri (due quartieri a Milano, oltre trenta a Roma, uno a Firenze). Finora abbiamo ricostruito la storia di 75 comunità e oltre 20 saranno approfondite nel 2022.
Le Comunità si aprono all’esterno
Ma le Comunità oltre a riconoscersi attraverso i propri caratteri identitari, a differenza delle economie chiuse del medioevo, hanno necessità di aprirsi, di raccontarsi, di creare dei circoli economici virtuosi che siano capaci di portare reddito e sostenibilità. Per raggiungere questi obiettivi, le Comunità hanno bisogno di mettere in mostra i propri attrattori, i punti di forza. Poco più di due anni fa, prima dello scoppio della pandemia, Typimedia ha aperto un nuovo fronte di narrazione territoriale, con l’obiettivo di raccontare le comunità in maniera multidimensionale. Così è nato Wayglo Basilicata, grazie anche al contributo di Invitalia. È un progetto che si muove sulla scia di “Matera, Capitale Europea della Cultura 2019”, ma in realtà tratteggia il format di un percorso replicabile in altre parti d’Italia. Il progetto ha finora portato a un innesco positivo sul piano dell’occupazione con 10 persone, tra dipendenti e collaboratori, coinvolte attivamente nello sviluppo. In più ha consegnato al territorio una narrazione nuova nella scelta dei temi e nella proposta.
PNRR e futuro
Con l’approfondimento delle linee guida del PNRR, è opinione comune che Il grande piano di rilancio dell’Italia possa passare anche da qui. Il lavoro sugli attrattori, la valorizzazione di ogni angolo d’Italia, secondo le peculiarità di ogni singola Comunità. È per questa ragione che ogni Comunità è in cerca di expertise e progetti affidabili e ben costruiti. È in ballo il futuro.
A proposito di futuro, le progettualità saranno sempre più connotate dalla stretta connessione tra digitale e territorio, tra communities virtuali e Comunità reali. E magari scopriremo che la distanza è ormai azzerata o almeno esiste un flusso continuo virtual to real nel quale si andrà a collocare ogni tipo di comunicazione.
Finora i social media hanno fatto da vettore per la divulgazione e l’affiliazione. A breve ci confronteremo con i nuovi mondi che ambiscono a ridisegnare la realtà e probabilmente a ridistribuire il potere digitale con un processo decentralizzato che vedrà come protagonisti, tra gli altri, il Metaverso, gli NFT e il Web3. Per qualcuno questo futuro è già arrivato, nel dubbio è bene mettersi in cammino.