Hanno detto… sul numero 28, aprile 2021 • anno 3

Roberto Serrentino
I partiti oggi hanno un limite e un’opportunità: il limite di essere risucchiati nell’orbita pragmatica ed efficientista di Draghi e vedersi, quindi, precludere iniziative di parte, settarie e propagandistiche; l’opportunità di concorrere davvero al bene comune e al processo evolutivo del Paese, aderendo a provvedimenti che risolvano le criticità incancrenite da anni a causa dei continui veti incrociati della politica e aiutando così i cittadini a coltivare una rinnovata fiducia nei confronti della classe dirigente politica.
Mario Draghi non è un politico di professione, non è alla ricerca del consenso tout court, non si può dire che abbia ambizioni politiche. Questa sua libertà gli consente, come ha dimostrato, di essere concreto nell’approccio ai problemi, efficiente nei provvedimenti che assume, lungimirante nel profondo senso di responsabilità con uno sguardo al futuro, come ha detto nella prima riunione del Consiglio dei Ministri: “sulle materie mie, ho la mia visione”.
Facessero, quindi, un passo indietro i partiti e si lasciassero guidare da chi ha salvato l’unione monetaria nel 2012 e l’Italia nell’Unione Europea, tenendo anche a mente che, in un futuro non troppo lontano, Mario Draghi potrebbe diventare il prossimo Presidente della Repubblica Italiana e, per quanto Presidente di tutti, avrà comunque buona memoria di quanto avvenuto durante il suo governo.

Angelo Sanza
La DC, ispirata dallo zoccolo duro del cattolicesimo popolare sturziano, riuscì a legare una destra liberal democratica con una sinistra popolare progressista (da Andreotti a Donat Cattin) e ad equilibrare il Paese, guidandone la crescita e allargandone l’orizzonte. Pertanto, un grande centro si regge soltanto con la prospettiva di un sistema elettorale proporzionale.
La nostra scelta è sempre stata forgiata da ragioni politico-programmatiche, non certo di mera partecipazione al potere.
Viste le considerazioni che ho appena fatto, avremmo egualmente sostenuto il Governo Draghi anche in assenza di una nostra presenza nella compagine governativa.
Si tratta del riconoscimento alla coerenza del nostro piccolo movimento politico, nonché dell’apprezzamento verso di lui (n.d.r. On. Bruno Tabacci) personalmente, quale politico di lungo corso, con grandi esperienze in campo economico, espressogli dal Presidente Draghi.

Tommaso Miele
L’esercizio della funzione giurisdizionale deve essere finalizzato all’affermazione della giustizia e all’accertamento della verità e non al giustizialismo e alla vendetta, al diritto del cittadino ad una giustizia rapida, efficiente e soprattutto giusta, al diritto ad un giusto processo, al diritto ad una ragionevole durata del processo. Occorre impegnarsi per la riaffermazione di una giustizia dal volto umano, che sia riconciliazione e non vendetta.
L’esercizio della funzione giurisdizionale (come di ogni altra funzione) non deve mai diventare “potere”, nell’accezione peggiore del termine. L’esercizio della funzione è neutro, la funzione è neutra. Essa diventa “potere” quando se ne abusa e la si deforma, la si indirizza ad altri fini da quelli previsti dalla Costituzione e dalla legge. Perciò la funzione giurisdizionale deve tendere solo all’accertamento della verità e all’affermazione della giustizia.
Per questo il giudice non deve mai considerarsi estraneo al tormento di colui che è chiamato a giudicare e giammai deve porsi nei suoi confronti con la presunzione del sapere, con la certezza di chi si ritiene depositario del giusto e del vero, con il compiacimento del potere. Deve piuttosto accostarsi con umiltà alle responsabilità del suo servizio, consapevole che ogni suo giudizio, anche il più convinto e meditato, è solo un tentativo di accertare una verità che resta pur sempre, ed in ogni caso, relativa.

Marco Forlani
Considerato da sempre la riserva e risorsa di lusso della Repubblica, d’accordo tutti del ruolo importante che ha svolto alla guida della BCE non solo per la sostenibilità del debito sovrano, ma per la sua autonomia rispetto a qualsivoglia interesse di parte, Mario Draghi rappresenta una garanzia in Italia e in Europa (di riflesso anche a livello mondiale).
Il nuovo governo avrà l’onere e l’onore di tentare il rilancio economico del Paese, la ripresa di tutte quelle attività che maggiormente sono state colpite dal dramma della pandemia per il tramite di interventi strutturali di riforma e investimenti da realizzare grazie a nuove risorse europee, politiche monetarie espansive e allentamenti di vincoli, che non erano neanche lontanamente ipotizzabili solo poco tempo fa.
Ho fiducia che si possa aprire una fase nuova, un momento di vera rottura rispetto al recente passato, che ha vissuto un’infinita irrisolta transizione, da quasi 30 anni, nella speranza che, se pur con tutte le difficoltà ed emergenza attuali, si possa intravedere un nuovo Risorgimento italiano con una vera ripresa economica, sociale ed occupazionale.

Ugo Utopia
Auguri Ministra Cartabia, auguri di cuore, perché riesca dove i suoi predecessori hanno fallito, confidando che, grazie anche al suo trascorso quale Presidente emerito della Corte Costituzionale, abbia il coraggio di imporsi per il bene della giustizia e del Paese, che vede fin troppi innocenti in carcere, fin troppi diritti fondamentali compromessi, fin troppi errori giudiziari, fin troppe personalità mortificate nella professionalità e nella carriera, sacrificate sull’altare della gogna mediatica.
Lo stesso Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento del 23 marzo scorso al Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha sottolineato come sia importante la guida del Ministero della Giustizia “particolarmente in questo periodo sia per gli adempimenti nell’ambito del recovery plan sul settore della giustizia, sia per quanto riguarda le attese di necessari e importanti interventi riformatori oggetto di confronto in Parlamento”.
Non resta, quindi, che aspettare ed essere fiduciosi che un domani si possa parlare con soddisfazione della Riforma Cartabia del processo penale e di un new deal della giustizia italiana.

Stefano Tronelli
A Livello imprenditoriale, economico e sociale alla pandemia si legano concetti come insicurezza, indecisione, perplessità che frenano la ripresa del mercato. Paradossalmente questo è il momento per favorire gli investitori e rassicurare i consumatori, impiegando e “sfruttando” in maggior misura le opportunità messe a disposizione dalle politiche economiche, riaprendo e consolidando i rapporti commerciali con l’Europa. 
Cosa suggerire al governo?
Ad esempio:

• si dovrebbe ridurre sensibilmente la pressione fiscale e previdenziale a carico delle aziende e versare nella busta paga del dipendete la quota dei contributi per consentirgli una maggiore disponibilità economica;

• si potrebbero sospendere le tasse e le imposte per impiegarle all’interno della propria azienda come auto-finanziamento per nuovi investimenti;

• si dovrebbe investire nelle start-up del Made in Italy nei vari settori merceologici, dal turismo alla ristorazione, dai servizi al manifatturiero, per poi favorire l’esportazione, rafforzando gli accordi di partnership con l’Europa.

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Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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