Le imprese possono pianificare e mettere in atto le migliori strategie di sviluppo solo quando sono localizzate in un contesto dall’elevata capacità competitiva e attrattiva.
La presenza di una Pubblica Amministrazione efficiente costituisce uno dei fattori-chiave di questa dinamica e può davvero fare la differenza.
All’origine della burocrazia vi è l’intento di difendere i più deboli e di assicurare loro un elemento di certezza; invece, ancora troppo spesso la burocrazia in Italia rappresenta un ostacolo più che un supporto all’attività d’impresa.
L’emergenza pandemica ha agito come una lente d’ingrandimento su questo malfunzionamento della pubblica amministrazione in Italia.
Abbiamo assistito a un grande paradosso: lo Stato ha messo in campo uno sforzo senza precedenti per supportare il sistema produttivo, ma le risorse in molti casi sono arrivate in ritardo, con conseguenze negative importanti. Occorre tenere presente, infatti, che l’efficacia dei provvedimenti dipende anche dalla velocità con cui vengono implementati.
Non a caso, dunque, in questi mesi sono arrivate, dalle imprese, richieste pressanti verso un miglioramento della qualità dell’azione amministrativa.
Gli imprenditori romani, interrogati il 22 aprile 2020 grazie all’Osservatorio attivato dalla Camera di Commercio di Roma per valutare l’impatto del coronavirus, hanno indicato, come leva prioritaria per accelerare la ripresa, un grande piano di semplificazione amministrativa e di rimozione dei vincoli burocratici.
La riforma della Pubblica Amministrazione è una priorità a costo zero, da attuare attraverso le tecnologie digitali.
In questo contesto la Camera di Commercio svolge una funzione di “buona burocrazia” portando avanti, in virtù della tenuta del Registro delle Imprese – quello di Roma è il più grande in Italia con 500mila imprese – una missione istituzionale di garanzia del buon funzionamento del mercato, che le consente di rappresentare una certezza per le imprese e per il sistema economico.
Tale funzione si articola anche in una decisa azione volta a sostenere la competitività del sistema economico e del territorio.
Inoltre, grazie all’analisi dello stato di salute del sistema produttivo locale, svolta attraverso la raccolta e il monitoraggio dei dati contenuti nel Registro delle Imprese, la Camera di Commercio dispone di un prezioso strumento a supporto sia delle sue strategie di crescita, sia delle attività delle stesse imprese.
In entrambi i casi, poter disporre di elementi certi di conoscenza è un presupposto necessario per qualsiasi tipo di investimento.
La Camera di Commercio, oltre a essere un esempio di “buona burocrazia”, rappresenta, dunque, anche una “fonte autorevole di dati economici”.
Nel panorama delle Pubbliche Amministrazioni, le Camere di Commercio hanno intrapreso per prime la strada della trasformazione digitale, accompagnando le imprese nella scoperta e nell’utilizzo dei nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Ricordiamo il cassetto digitale dell’imprenditore impresa.italia.it, usato oggi da oltre 900.000 imprenditori per accedere in modo semplice e gratuito a tutti i documenti della propria azienda.
Proprio grazie alla loro consolidata esperienza in questo campo, le Camere di Commercio negli ultimi anni hanno creato, su specifico mandato del Governo, i Punti Impresa Digitale (PID), attraverso i quali hanno già affiancato oltre 300mila imprese nel loro passaggio verso l’innovazione.
L’impegno per la transizione digitale va di pari passo con quello per la transizione verde, nell’acquisita consapevolezza che si tratta ormai di un binomio indissolubile.
Tale ruolo di accompagnamento delle imprese si è rivelato particolarmente prezioso durante l’emergenza pandemica in corso, quando abbiamo assistito a una fortissima accelerazione nell’utilizzo e nella domanda di digitale da parte del sistema produttivo.
In questo frangente, le Camere di Commercio sono state, ancora di più, al fianco delle imprese, svolgendo un ruolo di impulso all’innovazione, di coesione sociale e di tenuta economica anche grazie a una serie di iniziative volte a contrastare gli effetti negativi della pandemia.
Nell’emergenza, Roma, le sue imprese e i suoi cittadini hanno dimostrato una forte capacità di tenuta e reazione, che ci consente di essere moderatamente ottimisti circa la possibilità, per la Capitale, di conoscere, proprio nel post-pandemia, una stagione di pronta ripresa e di nuovo sviluppo, all’insegna della sostenibilità e della digitalizzazione, in linea con le direttrici di crescita indicate dall’Unione Europea.
Su queste stesse traiettorie è in corso di definizione il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), di prossima finalizzazione: per una sua ottimale attuazione è necessario assicurare un pieno e capillare coinvolgimento delle imprese.
A questo proposito, vorrei ricordare come, in occasione del recente incontro con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il sistema camerale si sia messo a disposizione del nuovo Governo del Paese.
In particolare, le Camere hanno espresso la propria disponibilità ad ampliare il loro tradizionale impegno a supporto dell’imprenditorialità femminile e giovanile, due ambiti strategici e vitali per la nostra economia, messi a dura prova dalla pandemia che ne ha bloccato il processo di crescita.
In tema di riforma della Pubblica Amministrazione, le Camere di Commercio – sulla base della loro esperienza di gestione degli Sportelli Unici per le Attività Produttive (SUAP) e di digitalizzazione di tutte le fasi dell’avvio d’impresa – ha formulato la proposta di realizzare, nell’ambito del PNRR, una piattaforma digitale unica di dialogo tra imprese e Pubbliche Amministrazioni.
Quella che stiamo vivendo è una crisi senza precedenti, ma può costituire anche l’occasione per risolvere tante criticità irrisolte.
La Camera di Commercio di Roma è pronta, insieme con le altre Camere di Commercio italiane, a essere parte attiva di questo processo di ricostruzione e ad accompagnare la “resilienza trasformativa” che il nostro tessuto produttivo sta dimostrando.