La trasmissione aerea
tra i meccanismi di diffusione del Covid

Quando si parla delle relazioni tra COVID-19 ed inquinamento atmosferico si affronta un argomento particolarmente ostico  e controverso. È un dato di fatto non eludibile che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si sia sentita in obbligo di pubblicare a metà luglio un report (WHO, 20201), nel quale, rispondendo alle molteplici sollecitazioni della comunità scientifica internazionale, ha incluso la trasmissione aerea tra i possibili meccanismi di diffusione del virus SARS-COV-2, oltre ai più comuni meccanismi legati al contatto diretto con superfici infette ed alla veicolazione via “droplets”. Esiste oramai una evidenza sperimentale consolidata del fatto che numerosi virus respiratori possano essere trasportati, oltre che dalle goccioline di saliva o di muco emesse durante i colpi di tosse o gli starnuti, le ben note droplets, anche dalle particelle esalate respirando e parlando. Che anche il SARS-COV-2 rientri tra i virus trasmettibili per via aerea per il momento esiste solo il sospetto e non si dispone ancora di una evidenza sperimentale documentata. Ma questo sospetto è forte, anche a causa dell’elevata trasmissibilità dell’infezione. La trasmissione aerea rappresenta un importante possibile canale di contagio, soprattutto da parte dei pazienti asintomatici. è un dato di fatto oggettivo ed inequivocabile che le particelle esalate durante il respiro e la conversazione, molto più piccole (con diametro inferiore a 5 micron) delle goccioline emesse con i colpi di tosse o gli starnuti (con diametro superiore a 5-10 micron), siano rispetto a queste caratterizzate da tempi di permanenza in atmosfera molto più lunghi (dell’ordine delle ore) e siano quindi in grado di percorrere distanze molto maggiori (decine di metri). Anche le particelle inquinanti, i ben noti PM2.5 e PM10, potrebbero rientrare tra i possibili veicoli di trasmissione del virus SARS-COV-2 alle vie aeree e respiratorie dell’uomo. Di fatto, le particelle esalate con il respiro e la conversazione possono coagulare su una particella inquinante sospesa, così consentendo l’accumulo sulla medesima di un quantitativo di virus sufficiente ad indurre l’infezione. Si dispone di fatto di una evidenza osservativa della presenza di tracce del virus sul particolato atmosferico di PM10, confermata da una recente pubblicazione di un gruppo di ricerca italiano sulla base di campioni estratti nella provincia di Bergamo durante il periodo di maggior incidenza della prima ondata COVID. Non esiste invece ancora una evidenza osservativa del fatto che il quantitativo di virus trasportato dalle particelle esalate o dalle particelle inquinanti sia sufficiente ad infettare una persona. Ovviamente, la presa di consapevolezza del potenziale importante ruolo svolto dalla trasmissione del virus per via aerea, veicolato dalle particelle piccole esalate dalla bocca o dal particolato inquinante, pone importanti interrogativi rispetto al distanziamento sociale da dover mantenere in assenza di specifici dispositivi di protezione. La distanza di 1-2 metri per lungo tempo suggerita dall’OMS, prima di questa sua recente rettifica, tiene infatti in considerazione la sola trasmissione via “droplets” del virus, principalmente da parte di pazienti sintomatici, e non di quella aerea. In assenza di ulteriori dati, il principio di precauzione dovrebbe prevalere in tutti i nostri comportamenti sociali, soprattutto i quelle situazioni in cui risultiamo più esposti a rischi: mi riferisco, per esempio, all’attività sportiva che ci troviamo spesso a svolgere in spazi aperti e senza dispositivi di protezione, attività che ci porta ad un inesorabile, repentino aumento della ventilazione polmonare e quindi all’ingestione di ingenti quantitativi di aria potenzialmente foriera di agenti patogeni. Quindi, mantenere le distanze anche durante le attività sportive all’aperto è sempre una buona pratica.

____________________
1. WHO. Transmission of SARS-CoV-2: implications for infection prevention precautions, Scientific Brief, 9 July 2020, https://www.who.int/news-room/commentaries/detail/transmission-of-sars-cov-2-implications-for-infection-prevention-precautions.

Paolo Di Girolamo

associato di Fisica sperimentale della materia presso l’Università degli Studi della Basilicata

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

© Copyright 2024 | Dimensione Informazione
Tutti i diritti riservati

Privacy Policy Cookie Policy Cambia preferenze

Contatti:
Viale Giuseppe Mazzini, 134 - 00195 Roma
Telefono: 06.37516154 - 37353238
E-mail: redazione@dimensioneinformazione.com