Le relazioni Iraq-Italia:
cooperazione congiunta, crescita costante e ponti o tra le due civiltà

Il patrimonio di civiltà e il retaggio culturale, storico e umano dell’Iraq e dell’Italia hanno sempre facilitato, e facilitano tutt’ora, la costituzione di solidi partenariati e l’edificazione di ponti di cooperazione efficace e produttiva tra i figli della civiltà mesopotamica, discendenti dalla civiltà sumera, babilonese, assira e caldea, e i figli della civiltà romana, discendenti dall’antica civiltà di Roma, considerate tra le più antiche, rinomate e importanti civiltà umane del mondo.  

Nell’ambito della storia moderna, le relazioni diplomatiche tra l’Iraq e l’Italia vennero stabilite a seguito dell’adesione dell’Iraq alla Società delle Nazioni, nel periodo monarchico iracheno durante gli anni trenta del secolo scorso.

Le relazioni risalgono all’anno 1931, quando l’Italia prese l’iniziativa di aprire un proprio consolato a Baghdad, nominandone a capo il diplomatico italiano Guglielmo Rulli. A seguito dell’adesione dell’Iraq alla Società delle Nazioni il 4 ottobre 1932, anche l’Iraq aprì un proprio ufficio diplomatico a Roma, designandone come capomissione il diplomatico iracheno Min. Plen. Muzahim Al-Pachachi, che in seguito diventerà Ministro degli Esteri iracheno. Le relazioni diplomatiche si interruppero durante l’era mussoliniana a partire dal 1935, per essere nuovamente ristabilite alla fine della II Guerra Mondiale nel 1945. Il livello di rappresentanza diplomatica tra i due Paesi venne innalzato al grado di Ambasciatore; nel 1954, l’Italia nominò il suo primo ambasciatore in Iraq, nella figura di Michele Lanza, mentre l’Iraq designò nel 1960 il diplomatico di lunga carriera Bahaa Awni come primo ambasciatore iracheno in Italia.    

Le relazioni diplomatiche tra i due Paesi hanno visto, nei decenni scorsi, numerosi sconvolgimenti a causa della Prima Guerra del Golfo tra l’Iraq e l’Iran (1980-1988), l’invasione da parte di Saddam Hussein dello Stato fraterno del Kuwait (1990) e, quindi, la Seconda (1991) e Terza (2003) Guerra del Golfo, che hanno determinato dei cambiamenti nelle relazioni tra i due Paesi, portandoli ad una svolta e ad una nuova fase, nella quale l’Italia ha preso parte alla Coalizione Internazionale composta da 54 Paesi, sotto l’egida degli Stati Uniti d’America, nelle operazioni di cambiamento del regime dittatoriale iracheno nel 2003: un’azione che le ha conferito un ruolo leader ed una partecipazione e una presenza diretta ed attiva nei diversi ambiti all’interno dell’Iraq, attraverso la propria presenza politica, militare e di sicurezza; il sostegno ai progetti di rivitalizzazione dell’Ahwar iracheno, per il recupero e la normalizzazione dell’area, che si distingue per essere la “Venezia d’Oriente”; la costruzione di relazioni di amicizia e cooperazione con la popolazione locale nelle aree di presenza degli Italiani; l’offerta di progetti umanitari, di fornitura di servizi, ambientali, culturali e archeologici. Tutto ciò, oltre ai loro sacrifici in termini di vite umane e di sangue, che si è mescolato al sangue e alle lacrime irachene nell’episodio dell’attacco al quartier generale dei Carabinieri a Nassiriya, il 12 novembre 2003, da parte dell’organizzazione Al-Qaida (Jama’at al Tawhid wal-Jihad), che ha portato al martirio di 18 militari italiani e di un civile, alla caduta di 9 martiri tra i civili iracheni e al ferimento di 102 vittime, tra cui 20 militari italiani: solo uno della catena di attentati terroristici contro le sedi dell’ONU, della Croce Rossa Internazionale e di altre postazioni della Coalizione Internazionale e di alcune Ambasciate, che hanno offerto un supporto essenziale nell’aiutare l’Iraq a costruire il proprio sistema e le proprie istitutuzioni democratiche dopo il 2003.

La cooperazione bilaterale tra l’Italia e l’Iraq è in costante crescita sia a livello istituzionale che tra le rispettive popolazioni. Gli ultimi anni hanno visto l’apertura di un Consolato Onorario d’Italia a Bassora e di un Consolato Generale ad Erbil nel 2014, oltre alle Ambasciate dei due Paesi a Baghdad e a Roma. Le relazioni si sono distinte per la firma di un Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione tra il Governo della Repubblica dell’Iraq e il Governo della Repubblica Italiana nel 2008, e la formazione di Commissioni Parlamentari di Amicizia all’interno della Camera dei Deputati irachena e della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica Italiana nel 2020, oltre a numerose visite di lavoro e di cooperazione dei governi succedutisi dal 2003 ad oggi, a tutti i livelli, l’ultima delle quali è stata la visita del Presidente della Repubblica dell’Iraq a Roma nel gennaio 2020; la visita del Primo Ministro Giuseppe Conte a Baghdad del 2019 e la visita del Ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini a Baghdad nel febbraio 2020. Era previsto, inoltre, il ricevimento, a Baghdad, del Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio lo scorso aprile, in una visita di lavoro istituzionale, in concomitanza con le riunioni della IV Commissione Bilaterale Mista Iraq-Italia a Baghdad, e l’organizzazione di riunioni per la costituzione di un Consiglio Economico Congiunto, oltre alla possibilità di tenere un incontro comune tra le Commissioni Parlamentari di Amicizia presso la sede del Parlamento iracheno; purtroppo, gli sviluppi e le conseguenze dell’epidemia Covid-19 hanno posticipato tutte le attività, bloccando tutte le iniziative diplomatiche di coordinamento. La speranza di tutti noi è di riprendere presto l’attività e di stabilire nuove date per la visita; aspiriamo, inoltre, ad una visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a Baghdad, su invito ufficiale del Presidente della Repubblica dell’Iraq.  

La realtà delle relazioni bilaterali e il loro sviluppo nel corso degli anni passati hanno compreso settori e campi variegati, tra cui quello militare, di sicurezza e di intelligence; il settore energetico e petrolifero; i trasporti, le infrastrutture e la manutenzione della diga di Mosul; il sostegno umanitario, culturale e accademico attraverso il sostegno e il finanziamento di progetti di cooperazione bilaterali in partenariato con il Governo iracheno, le amministrazioni locali e le istituzioni della società civile, oltre al sostegno di progetti e programmi ONU, internazionali e multilaterali, e di altri in partenariato con l’ONU e con la UE, dedicati agli sfollati e al sostegno di progetti per la stabilizzazione delle aree liberate dall’organizzazione terroristica Daesh/ISIS, e l’empowerment delle componenti minoritarie, della donna, dei giovani e il dialogo interreligioso e interculturale. Nel campo culturale, la cooperazione spazia dalla ricostruzione dei musei al sostegno dei settori legati alla conservazione dei siti e dei reperti archeologici, le missioni di scavo e la cooperazione accademica tra le università italiane ed irachene, ed altro ancora.  

La cooperazione economica ha visto uno sviluppo a livello di cooperazione congiunta tra il settore pubblico e privato e i progetti comuni tra aziende italiane e irachene. Le aziende italiane hanno partecipato a numerosi eventi economici e fiere in diverse città irachene e italiane

Il volume dell’interscambio commerciale tra i due Paesi ha raggiunto, nel 2019, il valore di 5.286.933.310 dollari USA, e quello delle esportazioni di petrolio greggio irachene verso l’Italia 4.383.652.000 euro. Negli ultimi anni, si è registrata una più vasta presenza delle grandi aziende italiane operanti in Iraq con in testa le aziende specializzate nel settore energetico e petrolifero, tra cui il gigante del settore idrocarburi ENI, nello sviluppo del campo petrolifero di Al-Zubayr sin dal 2009,  oltre ad altre società italiane operanti nel campo petrolifero e ingegneristico. Vi sono, inoltre, alcune società di ingegneria come la società Technital SpA, operanti nello sviluppo del progetto del Grande Porto di Al-Fao. Probabilmente, il più importante di questi progetti, acquisendo anche una dimensione allo stesso tempo umanitaria, economica e di sicurezza, è l’apprezzato contributo dell’Italia per i lavori di manutenzione della Diga di Mosul (2016-2019) da parte della società italiana Trevi, e la grande cooperazione nel campo della sicurezza con lo spiegamento di una forza militare italiana per respingere qualsiasi possibile attacco da parte dell’organizzazione terroristica Daesh/ISIS contro la diga, e per proteggere gli operatori e i tecnici impegnati nei lavori di riqualificazione della diga, per la quale fu costitutita una forza militare italiana composta da 500 militari, conosciuta come “Task Force Praesidium”, ovvero “avamposto di guardia”; è da ricordare che la diga di Mosul venne occupata per un breve periodo dall’organizzazione terroristica Daesh/ISIS nel 2014, e venne successivamente liberata dalla nostre forze Peshmerga in collaborazione con la Coalizione Internazionale, per impedire l’orribile prospettiva che tali dighe potessero essere utilizzate dai terroristi per allagare intere città.     

Nel campo umanitario: l’Italia ha accolto, fino ad ora, numerosi bambini iracheni affetti da malattie, tramite organizzazioni umanitarie specialistiche e organizzazioni mediche e umanitarie della società civile, oltre ad alcuni casi difficili, contribuendo in maniera sostanziale ad alleviare le sofferenze dei bambini iracheni. L’Italia ha, inoltre, contribuito a sostenere diverse iniziative a favore del rafforzamento delle istituzioni democratiche irachene, attraverso riunioni, forum e seminari di dialogo sulla riconciliazione nazionale, il dialogo interreligioso, la costruzione della pace, l’empowerment della donna e dei giovani, il percorso legislativo e legale nella costruzione dei sistemi democratici, tra cui la buona governance e lo stato di diritto fondato sulle istituzioni e sul concetto di cittadinanza. 

Nel campo della sicurezza: come si sa, il terrorismo ha, purtroppo, violato il nostro Paese. Quella di Daesh/ISIS è stata una fase difficilissima e pericolosa per l’Iraq, per l’area e per il mondo, in cui l’Iraq ha offerto enormi sacrifici da parte del nostro Popolo, le nostre Forze Armate tra cui l’Esercito, le Forze di Mobilitazione Popolare, i Peshmerga ed altre formazioni, con il sostegno e l’appoggio della Coalizione Internazionale e gli amici, primi fra tutti l’Italia, che è stata in prima fila nel sostenere l’Iraq nel combattere il terrorismo all’interno della Coalizione Internazionale contro Daesh/ISIS: un contributo che l’Iraq altamente apprezza e considera come una alleanza strategica contro il nemico più pericoloso mai affrontato per l’umanità, per i nostri valori comuni, il nostro patrimonio umano e di civiltà. L’Italia è il secondo Paese per numero di addestratori militari, contribuendo a sostenere le nostre Forze di Sicurezza irachene nel campo dell’addestramento attraverso la task force dei Carabinieri nella formazione, nei diversi campi, del personale militare locale cui è affidata la gestione delle aree liberate. Le attività delle Forze militari italiane in Iraq hanno contribuito a rafforzare la sicurezza dei civili e hanno fornito alle Forze Armate irachene mezzi di contrasto contro diverse tipologie di minacce. L’Italia ha, inoltre, avuto un ruolo importante nell’offrire programmi di addestramento per le Forze irachene tramite la NATO all’interno delle basi irachene. L’esperienza Italiana ha fornito, altresì, assistenza al Collegio di Stato Maggiore Iracheno, all’Accademia Militare di Al-Rustumiya, all’Università Nazionale per la Difesa Irachena, alle Forze Speciali, alla Marina, all’Antiterrorismo e ai Peshmerga.

L’Iraq ha, inoltre, contributo in maniera efficace alla pace e alla sicurezza internazionale, cooperando in materia di sicurezza e intelligence e fornendo alla Comunità Internazionale e ad alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, precise informazioni di intelligence sui movimenti delle reti terroristiche internazionali nel mondo, e tramite gli sforzi globali nella lotta alle organizzazioni terroristiche internazionali, riuscendo a bloccare preventivamente alcuni attentati in numerose capitali nel mondo. Le informazioni ottenute dagli attori di sicurezza iracheni sono state un elemento di supporto, che ha portato alla scoperta e allo smantellamento di alcune reti di “foreign fighters” appartenenti a Daesh/ISIS e sue sorelle in tutto il mondo, e dei loro meccanismi di finanziamento, oltre ai sacrifici offerti in difesa del mondo intero nel combattere l’organizzazione, per sostenere la propria sicurezza nazionale e quella regionale e mondiale.

Nel campo culturale e archeologico: è risaputo come alcuni tra i più grandi artisti iracheni, sin dagli anni cinquanta del secolo scorso, tra coloro che hanno completato i loro studi in Italia e vi si sono insediati, abbiano contribuito enormemente a far conoscere la civiltà mesopotamica, influenzando la vita culturale italiana con la loro partecipazione a mostre ed eventi culturali in numerose città italiane, tra cui la partecipazione irachena alla Biennale di Venezia. Vi sono decine di grandi artisti iracheni che vivono attualmente in Italia, offrendo grandi ed efficaci contributi alla vita artistica e culturale italiana e internazionale, tra cui la promozione della pioneristica, ricca e originale scuola artistica irachena e delle arti, del patrimonio e delle civiltà irachene in generale, famose per le loro scuole e la loro influenza positiva sulle scuole artistiche italiane e mondiali.  

La cooperazione bilaterale comune ha realizzato diversi risultati importanti per la civiltà umana: è doveroso ricordare lo stimato contributo italiano nell’ambito del dossier culturale iracheno, tra cui la protezione dei siti e dei reperti archeologici; la gestione delle conseguenze delle brutali azioni commesse dalla sistematica, barbara e diabolica strategia dell’organizzazione terroristica Daesh/ISIS nel prendere di mira il patrimonio umano mondiale, le nostre vestigia, i nostri santuari, i nostri luoghi di culto appartenenti alle diverse confessioni religiose, e lo smantellamento culturale da essa perpetrato. L’Iraq ha valorizzato la lodevole cooperazione con il Governo italiano per la protezione del proprio patrimonio storico-archeologico e ha beneficiato della collaborazione tra gli esperti iracheni e italiani per il restauro e la manutenzione del Museo Nazionale Iracheno, saccheggiato nel 2003. L’Italia ha contribuito, inoltre, al finanziamento e alla gestione di un programma comune UNESCO in Iraq per la documentazione satellitare dei siti archeologici occupati dall’organizzazione terroristica Daesh/ISIS e alla formazione, da parte degli esperti italiani, delle squadre delle Forze Armate irachene specializzate nella messa in sicurezza del patrimonio archeologico. L’Italia ha, altresì, sostenuto l’Iraq inviando numerose missioni archeologiche italiane guidate da professori universitari specializzati, per trasferire le proprie conoscenze agli accademici e alle squadre di lavoro irachene, tra cui il know-how sulla gestione e la salvaguardia dei reperti archeologici, la formazione del personale iracheno all’utilizzo delle principali tecniche moderne per il recupero e il restauro dei siti archeologici, la continua cooperazione nella ricerca e scoperta di nuovi siti archeologici e nella formazione del personale alla gestione e sviluppo di tali siti. 

Nel campo della cooperazione accademica: tra i frutti della stretta cooperazione congiunta in campo accademico, culturale e archeologico, vi è la firma nel 2014 tra il Ministero delle Antichità e del Turismo iracheno e il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi (CRAST) dell’Università di Torino di un memorandum di intesa, che ha portato all’inaugurazione, nel 2016, del Centro Italo-Iracheno per le Scienze Archeologiche ed il Restauro a Baghdad/ Al-Qushla, e al restauro della Scuola Mustansiriya a Baghdad. l’Italia ha adottato, inoltre, diversi programmi di cooperazione e scambio universitario, tra cui il programma “Inspire” del 2019 tra l’Università di Siena e 10 università irachene, tra cui le università di Baghdad, di  Mosul, di Bassora, di Wasit e altre. L’Università di Bologna si è, inoltre, distinta per l’implementazione dei progetti “Waladu” e “Eduu”, tra il 2016 e il 2019, per il rafforzamento della didattica delle scienze archeologiche presso le università irachene e la sensibilizzazione della società irachena all’importanza della salvaguardia del patrimonio culturale, storico e archeologico iracheno. L’Università “La Sapienza” di Roma ha offerto la propria esperienza e il proprio sostegno per la valutazione dei danni arrecati al Museo Nazionale Iracheno e ha contribuito in maniera apprezzabile all’invio di missioni di scavo archeologiche in diversi siti iracheni, tra cui il progetto di riqualificazione della Cittadella di Erbil e la riabilitazione dei musei di Erbil e Sulaymaniya, oltre all’invio di missioni archeologiche nella città di Ur, Tell Muqayyar e Abu Tubayra nella Provincia di Nassiriya; allo stesso modo, l’Università di Udine ha contribuito alla scoperta di centinaia di siti archeologici assiri nel Kurdistan Iracheno e alla identificazione del luogo della battaglia di Gaugamela, dove Alessandro Magno sconfisse i Persiani nel 331 a.C.. L’Università di Perugia ha, altresì, inviato una missione archeologica specializzata nel sito di Tell Zaraal, e ha effettuato una campagna di scavi archeologici nel sito della antica città sumera di Nikin.

Ultimo, ma non da ultimo: l’aiuto fondamentale dell’Italia, nell’ambito del sostegno internazionale, per l’inserimento dell’Ahwar iracheno e del sito della città sumera di Eridu nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.

Le relazioni vanno estendendosi e le loro prospettive sono enormi: l’Iraq è prossimo ad importanti sviluppi positivi nel campo della sicurezza, nel campo politico e quello economico. Vi è una tendenza positiva alla svolta, una direzione che fa ben sperare in un futuro promettente: cosa che rende l’importanza di valutare questi sviluppi positivi una necessità, perché si possano gettare le basi per più ampi rapporti di partenariato, data l’atmosfera positiva inaugurata dal nuovo governo a Baghdad, guidato dal neo-Primo Ministro Mustafa Al-Kadhimi, con una apertura verso le aziende che possano velocizzare questa svolta economica ed una visione dell’Iraq centrata su punti comuni su cui ci si possa accordare con la Comunità Internazionale, partendo dal ruolo e dalla posizione centrale dell’Iraq nell’area e dalle considerazioni geopolitiche, economiche, culturali e religiose che lo caratterizzano, e che lo rendono un fattore d’aiuto essenziale nel realizzare la pace e la comprensione tra i Paesi e parte attiva in ogni sforzo teso alla costruzione, al progresso e allo sviluppo.

Safia Taleb Al-Souhail

Ambasciatore Repubblica dell'Iraq in Italia

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
Direttore: Roberto Serrentino

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