Speciale legal community

Uno speciale legal community per confrontarsi e riflettere sulle sfide e le prospettive dei grandi studi legali in Italia con professionisti altamente specializzati, competenze diversificate e clientela attiva sui mercati internazionali, in un momento in cui la globalizzazione, inevitabile quanto invadente, sta mostrando tutti i suoi limiti come metus ineludibile e schiavizzante per espandere le attività economiche, se non adeguatamente governata.

Alla luce dell’ampliamento dei campi del diritto, che interessano realtà sociali sempre più nuove e tecniche, stringenti e capillari, ha ancora senso parlare di studi legali integrati? Oppure la richiesta e, quindi, la necessità di offrire un’ancor più peculiare esperienza in questo o quel settore del diritto, può determinare un ritorno e la rivincita dello studio boutique, altamente specializzato e competente in un’unica materia? O forse le competizioni, da affrontare da parte delle big legal firm, sono così multidirezionali e interdisciplinari che risulta indispensabile dotarsi di strutture complesse, capaci di dare risposte adeguate, integrate e coerenti con il coacervo delle norme di legge esistenti?

Si è voluto ascoltare le opinioni di alcune fra le più note big legal firm e dei loro giuristi su tematiche connesse anche alla massimizzazione del profitto, la sua valenza etica attuale, la formazione delle future generazioni, la digitalizzazione, la legal tech e l’intelligenza artificiale, quali elementi tutti non trascurabili, anzi imprescindibili per un’ottimale organizzazione ed il migliore sviluppo umano e professionale di ogni grande struttura consulenziale.

Ma sono state poste domande anche in relazione alla giustizia e alla funzione dei giuristi, quali veri e propri educatori nella scelta del capitale umano da inserire all’interno degli studi per offrire servizi di consulenza a una clientela sempre più sofisticata ed esigente, nonché contribuire allo sviluppo della società in un’ottica di crescita etica e di valori non solo economici.

Otto domande, quindi, rivolte alle seguenti legal firm e ai loro professionisti, cui sono state affidate le risposte: Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Chiomenti, Legance, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP e Pavia e Ansaldo.

Sono solo una piccola parte delle big italiane, ma sicuramente un campione rappresentativo per dare un valido contributo e favorire l’idea di quelli che saranno i fattori organizzativi di sviluppo e progresso nella consulenza legale.

Tuttavia, l’obiettivo di questa iniziativa non è solo di ordine squisitamente gnoseologico, come tale, volto alla conoscenza del sistema della consulenza degli studi d’affari e dei suoi orizzonti di riferimento, ma vuole essere anche uno stimolo per favorire il dibattito sui temi attuali della giustizia e delle regole comportamentali per una convivenza maggiormente civile. Meno leggi, meno sentenze e meno sanzioni sarebbero tutti aspetti sintomatici dell’approdo a un contesto sociale più maturo, che nel buon senso e nel rispetto trova le naturali risposte a quanto diversamente deve essere sempre più capillarmente regolamentato e, di conseguenza, sanzionato, con gli operatori del diritto, avvocati in primis, chiamati responsabilmente a ricoprire anche il ruolo di educatori per infondere principi etici e di rettitudine al capitale umano, alle future generazioni di professionisti, così sopravanzando, in melius, la tradizionale veste togata.

Questa è senza dubbio la sfida maggiore e più bella che i professionisti di ogni big legal firm sono chiamati oggi ad affrontare.

Roberto Serrentino

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Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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