Focus sulle
elezioni europee

Le elezioni europee, per quanto riguarda il nostro Paese, ci restituiscono innanzitutto un ribaltamento dei rapporti di forza nel governo: la Lega, in poco più di un anno, ha raddoppiato i suoi consensi, mentre il Movimento 5Stelle li ha dimezzati. Questo non significa assolutamente, in termini matematici, un travaso di voti dall’uno all’altro partito, ma sicuramente è indicativo di come, nell’azione di governo, il decisionismo di Salvini abbia avuto la meglio sui tentennamenti dei 5Stelle. Il leader della Lega ha saputo e sa parlare in maniera diretta ed efficace alle persone, sa intercettare meglio – ma con risposte sbagliate! – i bisogni della gente, in primis quello della sicurezza e dell’integrazione. Usa il suo ruolo istituzionale come grancassa mediatica per fare continua campagna elettorale, creando nemici, alimentando paure, senza però dare soluzioni. Nel breve periodo questo gli ha portato risultati importanti che, ora, rischiano di minare la stabilità di un governo da sempre eterogeneo. I 5stelle hanno sicuramente pagato il tradimento dei loro valori e delle loro promesse, facili quando si è all’opposizione e si grida soltanto, più difficili quando bisogna governare e trovare soluzioni concrete. Si trovano così ora a fare i portatori di acqua (e di consenso) alla Lega, rinnegando la loro storia e i loro principi pur di mantenere stretta la poltrona, ben sapendo che la maggioranza dei parlamentari, o perché al secondo mandato o perché il risultato del 2018 è irripetibile, sono alla loro ultima esperienza.

Per quanto riguarda il centrosinistra, invece, il risultato del PD alle elezioni europee ha sicuramente degli elementi positivi e altri che non devono farci abbassare la guardia. Abbiamo recuperato circa 4 punti percentuali rispetto a un anno fa e questo deve farci guardare con maggior fiducia e consapevolezza al futuro: siamo ancora l’unico vero argine a questo governo e a un vento populista che soffia in Italia e, per fortuna meno di quanto ci si aspettasse, in Europa. Nel Lazio siamo stati ovunque sopra il Movimento 5Stelle e a Roma siamo il primo partito con il 30% dei consensi, pronti a guidare l’alternativa alla Raggi, la cui esperienza speriamo venga archiviata il prima possibile.

Ci sono però dei dati che vanno letti attentamente se vogliamo elaborare una proposta politica efficace. Rispetto alle elezioni politiche di un anno fa, per noi terribili, abbiamo perso più 100mila voti. E lontani dal centro, nelle province come nelle periferie, soffriamo molto l’avanzata della Lega che è quasi sempre il primo partito, forte della chiarezza dei suoi messaggi – ripeto, sbagliati! – sui temi dell’immigrazione e della sicurezza. Noi dobbiamo ripartire proprio da qui, iniziando da subito a lavorare a una proposta politica che dia speranza alle persone, che le faccia sentire protagoniste e non vittime del futuro.

Il precipitare degli eventi a livello nazionale potrebbe portarci al voto, forse anche nel brevissimo periodo, e noi non possiamo farci trovare impreparati, dobbiamo essere il motore di un’alleanza ampia e credibile soprattutto con le persone e poi con le forze di centrosinistra che con noi condividono la visione di una società più equa e solidale. Siamo l’unica vera alternativa a chi soffia sull’odio e sulle paure.

Bruno Astorre

senatore e segretario del PD nel Lazio

Registrato al Tribunale di Roma il 19/09/2018, n. 155
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