Gli investimenti cosiddetti alternativi diretti in imprese non quotate, e quindi nell’economia reale, sono un tema di grande attualità nel mondo del risparmio che è destinato a crescere, considerata l’importanza delle imprese, in particolar modo delle piccole e medie aziende, nel tessuto economico italiano. Le piccole e medie imprese non quotate rappresentano circa il 70% del Pil italiano e garantiscono l’80% dell’occupazione, quindi, puntare sulle imprese italiane significa in buona sostanza sostenere l’intera economia del nostro Paese.
Negli ultimi anni la finanza alternativa o legata all’economia reale, che include quindi strumenti finanziari e canali di finanziamento al di fuori del sistema bancario tradizionale, si è sviluppata in maniera significativa e sta registrando tassi di crescita elevati anche in Italia. Per finanza alternativa si intendono le attività parallele al canale bancario tradizionale che forniscono credito alle piccole e medie imprese, attraverso metodologie trasparenti e diversificate e al tempo stesso offrono agli investitori modi innovativi per investire denaro e ottenere rendimenti. Per citare qualche numero, le PMI italiane hanno raccolto circa 3,5 miliardi dagli investitori di finanza alternativa tra il 2017 e i primi sei mesi del 2018 (Quaderno sulla Finanza Alternativa, Osservatori Entrepreneurship & Finance della School of Management del Politecnico di Milano). Le aziende che hanno beneficiato di questi strumenti, che spaziano dai minibond al crowdfunding e dal direct lending al private equity e venture capital, sono ben 1.800.
In Azimut, grazie alla nostra indipendenza e leadership nel risparmio gestito con 54 miliardi di euro di patrimonio complessivo in gestione, abbiamo anticipato questo trend già nel 2014 stringendo, all’interno dell’iniziativa Azimut Libera Impresa, alcune partnership strategiche nel settore dell’equity crowdfunding con Siamosoci, che detiene oltre il 50% del mercato degli investimenti in start up e PMI innovative, e in quello del venture capital con P101, che favorisce gli investimenti dei nostri clienti in aziende ad elevato potenziale di sviluppo.
L’iniziativa, lanciata per la prima volta quattro anni fa, ci ha permesso di supportare fino a oggi oltre 100 aziende italiane non quotate eccellenti nel proprio settore di attività, con una raccolta pari a 500 milioni di euro. Ora abbiamo avviato una nuova fase di Azimut Libera Impresa che ruota intorno alla creazione di una piattaforma specializzata nella realizzazione di fondi alternativi (come private debt, venture capital, private equity, impact invest) che si propone di lanciare sul mercato tra i 18 e i 20 prodotti in dieci anni con un obiettivo di raccolta di 4 miliardi di euro.
L’impegno di Azimut nell’ambito degli investimenti in economia reale comprende anche Azimut Private Debt, il primo fondo che investe sul debito privato delle imprese non più riservato solo a investitori istituzionali o a clienti professionali con durata di 7 anni (più eventuale proroga di 3 anni) e importo minimo di sottoscrizione per la clientela privata di 25.000 euro.
Il nostro obiettivo è quello di diventare uno dei principali operatori nel segmento degli investimenti alternativi e punto di riferimento per le imprese eccellenti del nostro Paese, dando al contempo a tutti i clienti del Gruppo la possibilità di accedere a investimenti alternativi, finora quasi esclusivamente dedicati a clienti istituzionali, capaci di generare rendimento in un contesto dove è sempre più difficile ottenerlo.