Negli ultimi anni una pubblicistica spesso ingenerosa (e non di rado disinformata) ha identificato nei “ritardi del CIPE” una delle criticità del sistema-Paese in materia di investimenti pubblici, soprattutto quelli infrastrutturali. Va sempre ricordato che il CIPE adotta decisioni complesse perché di grande valore strategico, il che comporta l’intervento di una altrettanto complessa filiera decisionale che comprende spesso una serie di soggetti istituzionali preposti per legge a definire proposte, nulla osta, pareri, controlli e verifiche e che includono, in una lista non esaustiva CIPE, Ministeri, Regioni, Enti locali, commissioni VIA, Consiglio superiore dei lavori pubblici, Corte dei conti, Cabina di regia FSC.
Le principali deliberazioni del Comitato negli ultimi anni hanno riguardato le infrastrutture e trasporti, la regolazione tariffaria dei servizi di pubblica utilità (autostrade, aeroporti, porti, ferrovie, settore idrico), il riparto delle risorse nazionali (FSC) e comunitarie per lo sviluppo e la coesione territoriale, le attività produttive e l’energia, la ricerca e l’innovazione tecnologica, la sanità, le politiche sociali e abitative, lo sviluppo sostenibile dell’ambiente e del territorio, gli interventi per le bonifiche dei siti e la riqualificazione idrogeologica, i beni culturali. Tutti settori altamente strategici per l’economia.
Su impulso del Segretario del CIPE, On.le Giancarlo Giorgetti, con il supporto del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE), diretto dall’Avvocato dello Stato Mario Antonio Scino, sono state recentemente avviate azioni finalizzate a innovare il procedimento deliberativo del Comitato attraverso una maggiore ottimizzazione e programmazione dei lavori e velocizzazione del processo istruttorio. In particolare, nella seduta del 28 novembre 2018, è stata approvata una modifica del Regolamento del Comitato (delibera n. 82 del 2018, ora in sede di registrazione presso la Corte dei Conti) finalizzato ad accelerare la formalizzazione delle delibere e la loro efficacia. Tra queste: a) la facoltà del Presidente del Consiglio di adottare un atto generale di indirizzo sui lavori e la calendarizzazione delle sedute e degli argomenti da esaminare; b) nuove regole finalizzate ad assicurare l’adeguatezza dell’istruttoria delle proposte oggetto di esame del Comitato; c) l’accelerazione dell’iter procedurale delle delibere, definendo tempi stringenti (quindici giorni) per le verifiche di finanza pubblica del Ministero dell’economia; d) nuove regole finalizzate a ottimizzare il monitoraggio della realizzazione degli interventi e la relativa spesa.
L’idea di fondo è duplice: migliorare “a monte” il processo di programmazione, istruttorio e deliberativo delle proposte presentate al CIPE anche al fine di consentire, “a valle” della decisione assunta, l’ottimizzazione dell’attuazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione della spesa effettiva per investimenti. Si tratta, insomma, di una serie di innovazioni finalizzate a contribuire ad un’accelerazione dell’avvio e della realizzazione delle opere pubbliche quale volano della crescita economica.
Le stesse, se da una parte puntano in generale a migliorare la capacity building istituzionale della filiera decisionale in materia di investimenti pubblici, dall’altra rispondono all’esigenza più volte segnalata dal mondo dell’impresa, in particolare quella del settore costruzioni, come ad esempio nell’audizione ANCE presso le Commissioni congiunte Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica del 12 novembre 2018, dove è stato chiesto al sistema pubblico di sostenere la crescita, mettendo in campo innovazioni in grado di “trasformare le risorse stanziate in cantieri”(1). Le innovazioni approvate rispondono in un certo senso anche a quanto evidenziato nel rapporto “Politica delle infrastrutture e degli investimenti: come migliorare il contesto italiano” presentato recentemente da ASSONIME(2).
La ratio di tali innovazioni è, insomma, quella di costruire le condizioni di “capacità amministrativa” in grado di supportare il rilancio degli investimenti pubblici quale priorità strategica dei prossimi anni – così come esplicitamente prevede la nota di aggiornamento al DEF 2018 – quest’ultimo a sua volta in grado di innescare un’inversione della tendenza generale iniziata nel 2007 e caratterizzata dalla contrazione della spesa complessiva per investimenti (cfr. tabelle 1 e 2).
V’è da dire che il CIPE, in questi anni, ha comunque tenuto la barra del timone pur nel mare in tempesta, mantenendo il suo ruolo di organo collegiale strategico dell’Esecutivo in materia di investimenti pubblici. Nel corso della scorsa legislatura, tanto per citare qualche dato, il Comitato si è riunito 35 volte e ha adottato 499 delibere per circa 148 miliardi di euro di investimenti, tra nuovi finanziamenti assegnati e/o programmati e precedenti finanziamenti non utilizzabili in assenza di un nuovo intervento del Comitato.
L’insieme degli investimenti (cfr. tabella 3) ricomprende tutte le risorse destinate nel corso della scorsa Legislatura a interventi, progetti, piani e programmi, anche pluriennali, oggetto di decisione del CIPE. In particolare, in riferimento alle infrastrutture strategiche e prioritarie, l’azione del Comitato è stata caratterizzata da una rilevante attenzione al tema degli investimenti in materia stradale e ferroviaria. Inoltre, è stato avviato il ciclo di programmazione 2014-2020 delle politiche di coesione, politiche finanziate sia con il Fondo di sviluppo e coesione (FSC), costituito da risorse finanziarie nazionali ammontanti a circa 60 miliardi di euro per l’intero ciclo, sia con i fondi strutturali di investimento europei, formati da risorse finanziarie sia comunitarie che nazionali. Con riferimento alla programmazione del Fondo di sviluppo e coesione (FSC) 2014 – 2020, l’attività del CIPE si è articolata in particolare nell’approvazione di “Piani operativi” in materia di infrastrutture, ambiente, banda ultra larga, cultura e turismo, ricerca, imprese e competitività, agricoltura, salute, sport e periferie. Inoltre sono stati finanziati “Patti territoriali” con le Regioni e le città metropolitane del Mezzogiorno e del Centro Nord. Assegnazioni di rilievo hanno riguardato, ancora, il recupero di aree degradate, il fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, l’edilizia sanitaria, i poli scientifici regionali.
A supporto di tale azione vi sono state anche alcune innovazioni normative e organizzative di rilievo. Già da qualche anno, ad esempio, i tempi dei controlli della Corte dei Conti sulle delibere del CIPE relative alle infrastrutture strategiche è stato ridotto (art. 41, comma 5, DL n. 201 del 2011) da 30 a 20 giorni. Inoltre, sulla tempistica relativa alle decisioni del CIPE, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE), ovvero il “motore amministrativo” del CIPE, già da tempo si è dotato di sistemi informatici e di una banca dati (MOSIC) che, oltre a raccogliere le informazioni relative ai lavori e all’attività deliberativa del Comitato, consente di seguire l’iter procedimentale delle delibere con report automatici di cruscottazione, anche temporali, del relativo iter di perfezionamento.
Tabella 3: Investimenti pubblici attivati dal CIPE per settori di intervento (anni 2013-2018)
Sulla base di tali dati emerge, ad esempio, che la media di conclusione del procedimento di perfezionamento delle deliberazioni (dati che sono soltanto indicativi perché su di essi incidono la natura e la complessità delle decisioni adottate), dalla data di seduta alla data di efficacia (registrazione della Corte dei conti), è di circa 88 giorni nel 2015, di circa 97 giorni nel 2016, di circa 127 giorni nel 2017, e scende a circa 77 giorni nel 2018. Il DIPE, quale struttura tecnica di supporto al CIPE ha, inoltre, adottato da qualche anno importanti misure organizzative finalizzate a migliorare l’informazione, la trasparenza e l’accountability pubblica relativamente alle decisioni del Comitato. Il sito del CIPE/DIPE informa, ad esempio, i cittadini non solo sull’attività del Comitato, gli esiti delle sedute, le policies, gli investimenti pubblici attivati ma, attraverso un cruscotto di monitoraggio pubblico, è una delle poche amministrazioni centrali che informa in tempo reale il cittadino (in particolare stakeholders e territori) sullo stato procedimentale delle delibere del CIPE dalla data della seduta alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale(3).
Tuttavia, è proprio per rispondere alla necessità di una spinta maggiore alla realizzazione di investimenti pubblici, che gli sforzi e la volontà di cambiamento del ruolo del Comitato si sono concentrati negli ultimi mesi sulle innovazioni “di processo” sopra ricordate.
La ratio sottesa a tale spinta riformatrice è ampiamente condivisa anche dalla dirigenza pubblica e dalle strutture amministrative, troppo spesso considerate (a torto) un freno per la crescita, perché è oramai patrimonio culturale diffuso nel nostro sistema amministrativo che il tema dell’innovazione dei processi, la velocizzazione delle procedure connesse agli investimenti pubblici e il monitoraggio efficiente della spesa, anche attraverso l’introduzione massiva di strumenti ICT (Information and Communications Technology) – sul tema del monitoraggio e della rendicontazione pubblica il DIPE ha vinto il Premio nazionale per l’innovazione 2018 per la pubblicazione in “formato aperto” dell’anagrafe nazionale degli investimenti pubblici del Sistema CUP – è una delle variabili strategiche su cui si giocherà il rilancio della crescita economica del Paese nei prossimi anni.
(1) È una frase dell’ANCE nell’audizione presso le Commissioni congiunte Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica del 12 novembre 2018.
(2) È stato presentato in un recente convegno organizzato da ASSONIME (Associazione fra le società italiane per azioni). Nel rapporto sono state evidenziate alcune criticità connesse ai lavori del CIPE e proposte alcune innovazioni. Cfr: www.assonime.it.
(3) È la sezione “A che punto è la delibera?” del sito www.programmazioneeconomica.gov.it.