Intervista al Sen. Luigi Zanda, membro della Direzione nazionale del Partito Democratico, Capogruppo del PD al Senato nella XVII legislatura
Superando i luoghi comuni di un partito in difficoltà e in calo di consensi, secondo Lei qual è la situazione del PD oggi?
Le ragioni della sconfitta del PD alle elezioni del 4 marzo sono tante. Non ultima, certamente, la gravissima crisi economica decennale, che ha inciso in profondità sulle politiche di tutte le democrazie occidentali.
Nonostante questo, il Partito Democratico resta la forza principale di opposizione a un governo e a una maggioranza che hanno un carattere insieme sovranista, populista e autoritario. Il loro obiettivo istituzionale principale è quello di trasformare la democrazia italiana in un sistema di democrazia diretta e cioè dominata dal web.
Dobbiamo difendere il Partito Democratico e farlo crescere. Aiutarlo nell’opera di opposizione e aiutarlo a diventare un’alternativa forte al dilagante pensiero illiberale.
I sondaggi danno il PD al 16%, anche se alle recenti elezioni in Abruzzo il partito ha registrato un’apprezzabile crescita. Su quali temi il PD dovrebbe incentrare la propria politica per il recupero dei consensi degli elettori storici e dell’elettorato moderato?
Il buon risultato delle elezioni in Abruzzo indica una strada politica.
Dice al PD che deve coltivare, proteggere e valorizzare un sistema di alleanze largo, perché è chiaro che in questa fase si può vincere solo uniti. Le indico tre obiettivi politici.
Il primo è l’Europa. La vogliamo sempre più unita, soprattutto politicamente oltre che economicamente. Il punto d’arrivo non potranno non essere gli Stati Uniti d’Europa.
Il secondo sono le politiche sociali e di sostegno alle persone più deboli. La crisi ha messo in gravi difficoltà intere fasce di cittadini. I giovani senza lavoro. Gli anziani con poca assistenza. Le famiglie monoreddito che faticano ad arrivare a fine mese.
Il terzo obiettivo è la scuola. Senza istruzione, cultura, senza alte specializzazioni, il nostro Paese non ce la farà mai a competere nei mercati mondiali.
Cosa pensa dell’iniziativa di Calenda della lista unitaria europea?
Tutte le iniziative che vanno nella direzione di rafforzare l’Europa debbono essere sostenute.
Per la segreteria nazionale ci sono tre competitors Giachetti, Martina e Zingaretti, quest’ultimo dato per favorito. Ritiene che si possa creare una spaccatura all’interno del PD, o sarà comunque possibile fare successivamente un momento di sintesi?
In una corsa per la segreteria del Partito Democratico la competizione tra i candidati è un fatto naturale. Guai se non ci fosse! L’importante è l’unità a congresso concluso.
Escludo qualsiasi spaccatura interna dopo la proclamazione, spero, di Zingaretti a segretario del Pd.
Come vede oggi il ruolo di Renzi all’interno del PD, considerato che controllerebbe ancora buona parte dei deputati e dei senatori del partito?
Renzi è una personalità imprevedibile ma, come ho detto spesso, mi auguro che continui a svolgere un ruolo di rilievo nel Partito Democratico.
Cosa pensa della politica di Governo sugli investimenti in infrastrutture e la Tav con le contrapposizioni fra Lega e Cinquestelle?
A questa domanda dovrei rispondere con una sola parola: sono politiche sciagurate. Leggere poi che i 5 Stelle hanno deciso di confermare il loro No alla Tav come reazione alla sconfitta bruciante in Abruzzo, mi ha fatto cadere le braccia. Ma che c’entra l’Abruzzo con la Tav?
Cosa ne pensa del DDL Costituzionale che riduce i membri del Parlamento di 230 deputati e 115 senatori?
Sono favorevole a ridurre il numero dei parlamentari. Ma ho votato contro la proposta di Lega e 5 Stelle perché dopo le elezioni del 4 marzo la loro iniziativa ha, purtroppo, assunto una linea inaccettabile: il referendum propositivo, la riduzione dei parlamentari e il vincolo di mandato (previsto nel contratto di governo) sono tutte misure dirette a svuotare, se non ad eliminare, il nostro parlamentarismo che, invece, dobbiamo considerare immodificabile, alla stregua dei principi supremi della Costituzione.
Tra le misure economiche del Governo ci sono quota 100, reddito di cittadinanza e flat tax per le partite Iva sotto i 65.000 euro di reddito. Pensa che queste misure potranno portare reali benefici per la crescita del Paese, o sono solo iniziative populiste finalizzate al consenso elettorale?
La sua domanda contiene in sé già la risposta. Sono misure in parte insufficienti, in parte di difficile applicabilità, in parte eccessivamente costose rispetto ai risultati che riusciranno ad ottenere.
In definitiva Lega e 5 Stelle sono riusciti a caricare di populismo anche misure che non avrebbero mai dovuto avere obiettivi politico-elettorali.
Come sono i rapporti con l’Europa all’indomani del compromesso sul Documento di programmazione economico-finanziario con il rapporto deficit/Pil al 2,04%, invece che al 2,4% come voleva il Governo?
In questa fase l’Europa guarda all’Italia con molta apprensione ed è naturale. Siamo il fanalino di coda quanto a crescita, quanto a politica estera guardiamo più a Putin e a Maduro che alle democrazie occidentali, quanto ai rapporti politici all’interno dell’Unione siamo riusciti addirittura ad interrompere i rapporti diplomatici con la Francia. Mi sembra che basti a spiegare il nostro isolamento persino nel Parlamento europeo.
Le prossime elezioni europee potrebbero cambiare il quadro politico nazionale e di conseguenza l’assetto del Governo?
Con le elezioni Europee il quadro politico nazionale cambierà di sicuro. Le sue conseguenze sul governo dipenderanno in gran parte dell’evoluzione degli accordi di potere tra Lega e 5 Stelle.