Pubblichiamo una sintesi del Programma di gestione per l’anno 2019 con particolare riferimento dell’area penale dell’Ufficio (data di deposito il 14 gennaio 2019), ricevuta dal Dott. Francesco Gratteri, Presidente del Tribunale di Prato.
Il Presidente, immesso nell’esercizio delle funzioni in data 9 gennaio 2018, svolge il lavoro giudiziario presiedendo un collegio penale e quello in materia di procedure concorsuali.
L’organico dei magistrati è di n. 22 compreso il Presidente di Sezione.
I giudici in servizio sono n. 18, n. 9 assegnati al settore civile e n. 9 al settore penale dei quali n. 3 all’ufficio GIP-GUP; sono destinati ma non ancora in servizio n. 3 magistrati ordinari in tirocinio.
Dei n. 21 giudici in servizio o destinati, n. 9 sono magistrati ordinari in tirocinio, e cioè giudici di prima nomina. La circostanza conferma che il Tribunale di Prato mantiene purtroppo l’acquisita fama di essere una sede difficile.
Tra il 2011 e il 2012 ben n. 7 mot furono destinati per rimediare a una non copertura pari quasi alla metà della pianta organica. In occasione di una visita compiuta presso gli uffici giudiziari di Prato alla fine del 2014, il Vicepresidente all’epoca del CSM ebbe a definire il territorio del circondario “un caso paradigmatico, di rilevanti dimensioni, sulle tendenze del Paese che chiama in particolare il tribunale ad un impegno impari rispetto alle risorse di cui dispone”.
E infatti, al 31 dicembre 2016 nel circondario i residenti all’anagrafe erano circa 270.000 – un magistrato ogni 12.270 abitanti – il 10% dei quali stranieri e il 18,91 % nella sola città di Prato dove su circa n. 195.000 residenti ne furono censiti circa 36.400, in prevalenza extracomunitari e per oltre il 46% cittadini della Repubblica Popolare Cinese. Tutto ciò senza considerare il fenomeno epocale dell’immigrazione clandestina.
Al 30 giugno 2016 erano in servizio n. 18 magistrati su n. 20 della pianta organica, di cui n.11 addetti al settore civile e n.7 a quello penale.
Nella generale revisione delle circoscrizioni giudiziarie, l’aumento della pianta organica dei magistrati del Tribunale di Prato da n. 20 a n. 22 venne previsto dal D.M. 1 dicembre 2016, effettivamente realizzato dal marzo 2017 e soprattutto nel corso dell’anno 2018, attualmente risultando vacante n. 1 posto di giudice.
L’analisi dei flussi e delle pendenze rivela per grandi linee che, a paragone di una sostanziale tenuta del settore civile, il dibattimento penale versa in un’ormai cronica situazione di crisi, in più occasioni e in ogni sede rappresentata, causata dall’inadeguatezza della pianta organica almeno fino a tutto l’anno 2016, dalla mobilità dei magistrati e dall’incessante incremento delle sopravvenienze, specie dei processi a citazione diretta.
Nel rito monocratico le rilevazioni del movimento degli affari elaborate in sede ministeriale dalla DGstat attestano nell’ultimo triennio i dati:
- 2016, pendenti n 6.474, sopravvenuti n. 2.958, esauriti n. 4.238, pendenti al 31 12 2016 n. 5.194;
- 2017, pendenti n 5.194, sopravvenuti n. 3.134, esauriti n. 2.139, pendenti al 31 12 2016 n. 6.189;
- 2018, (al 10 dicembre), pendenti n 6.189, sopravvenuti n. 3.194, esauriti n. 1.841, pendenti n. 7.542.
Le sentenze “a seguito di giudizio ordinario” risultano rispettivamente, quelle di assoluzione n. 2.263, n. 599 e n. 530 mentre di condanna n. 681, 635 e 557, nell’ultimo biennio pertanto le assoluzioni quasi pari alle condanne.
Il dato relativo agli “esauriti” nel 2016 non è attendibile in quanto il marcato incremento delle definizioni è da ricondurre, oltre che all’immissione nell’esercizio delle funzioni di giudici di nuova destinazione, in gran parte alle assoluzioni “a seguito di giudizio ordinario” per effetto di depenalizzazione ex d.lgs n. 8 /2016 di molte fattispecie di reato minori tra cui, per l’omesso versamento di ritenute previdenziali inferiore ai 10.000 euro, quello ex art. 2 comma 1 bis legge 638/1983, di assai ampia diffusione nel circondario anche per il contesto etnico-economico del territorio.
L’aumento delle pendenze si è verificato nonostante l’elevata produttività dei magistrati professionali e onorari i quali, secondo dette rilevazioni, hanno definito una media pro capite (ma risultano posizioni di assoluta eccellenza) di n. 350 processi l’anno
Nel rito collegiale la situazione è critica per effetto del rinvio a giudizio disposto dal GUP distrettuale nel processo Cai Cheng Qiu + 224 (RGNR 18282/2008). Il decreto ex art. 429 cpp fu emesso il 17 febbraio 2017 con imputazioni tra l’altro di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di ingentissime somme di denaro, parte delle quali in sequestro anche per equivalente.
Si aggiunge l’ulteriore onere della trattazione, di durata imprevedibile ma certamente assai dilatata, del processo Ascione + 51, c.d. “Terracciano” (RGNR n. 5969/2007), il decreto ex art. 429 cpp emesso il 30 marzo 2018 dal GUP distrettuale, in prima udienza il giorno 11 gennaio 2019 davanti al collegio 2, di rilevante complessità, con gravi imputazioni anche ex art.416 bis c.p., solo la lista depositata dal PM ex art 468 c.p.p. comprendente n. 384 testimoni.
Dalle statistiche comparate inerenti il lavoro svolto dai n. 3 magistrati in servizio all’ufficio GIP-GUP dal secondo semestre del 2015 compreso al termine del primo semestre del 2018 compreso, risultano le tipologie di provvedimenti e di attività di seguito indicate: sentenze n. 1.115; ordinanze convalida arresto e fermo 437; misure cautelari comprese modifiche e revoche n. 6.519; archiviazioni n. 21.438; decreti autorizzativi di intercettazione n. 6.318; decreti penali n. 334; rogatorie n.141; decreti che dispongono il giudizio n. 739; udienze n. 642; ordinanze giudice esecuzione n. 827.
In ordine all’organico amministrativo, a seguito dei pensionamenti non compensati da nuove assunzioni, dei distacchi, delle applicazioni passive e dei trasferimenti derivati dall’“interpello nazionale per posti vacanti rivolto al personale dell’organizzazione giudiziaria ai sensi dell’art. 2 dell’accordo sindacale del 27 marzo 2007 e dell’art. 10 dell’accordo 9 ottobre 2012”), le unità di personale si sono progressivamente ridotte dalle n. 54, compreso il posto di dirigente poi rimasto vacante, sulle n. 64 di pianta organica in servizio prima dell’ “interpello” alle n. 43,5 in servizio fino al 9 febbraio 2018 a tale data risultando una formale non copertura del 37,86 % che, ad oggi, è del 30% circa, la più elevata del Distretto in cui quella media è del 16,44%, ma pari di fatto al 38% essendo a n. 6 dipendenti in servizio riconosciute le agevolazioni di cui alle leggi nn. 104/1992, 151/2001 e a n. 6 riduzioni di orario per effetto di contratto di lavoro a tempo parziale.
L’ispezione ordinaria, relativa al periodo 1 ottobre 2012-30 settembre 2017 conclusa nel dicembre 2017, ha accertato gravi irregolarità negli adempimenti di cancelleria del settore penale e sono state formulate prescrizioni ai sensi dell’art. 10 legge n. 1311/1962, in particolare per la “sollecita normalizzazione del servizio penale post dibattimentale”. In ordine a tali prescrizioni si è provveduto con specifico ordine di servizio mediante il quale sono state impiegate allo scopo le assai limitate risorse all’epoca disponibili. Nel settembre 2018 sono stati accertati ritardi e disfunzioni del “servizio penale post dibattimentale” e l’esistenza di un arretrato di preoccupanti proporzioni, maggiore di quello verificato in sede ispettiva. Così, con ulteriore ordine di servizio è stata costituita un’unità operativa esclusivamente per le attività imposte e per l’eliminazione dell’arretrato precedente.
L’insufficiente numero di funzionari e l’esigenza di costituire la detta unità operativa sottrae risorse all’assistenza ai magistrati e provoca conseguenti difficoltà di composizione dei turni delle udienze penali tanto che è inevitabile destinarvi anche personale addetto al settore civile e, richiedendo trimestralmente le necessarie applicazioni, dell’ufficio del Giudice di Pace. Le criticità sono destinate ad aumentare nel momento in cui saranno in servizio i mot nominati con DM 7 febbraio 2018 assegnati al settore penale e occorrerà ricavare, negli spazi inadeguati del palazzo di giustizia, locali idonei per almeno un’altra aula dotata di impianto di fonoregistrazione e per gli uffici dei giudici.
L’impostazione di fondo dei provvedimenti, adottati dal gennaio 2018, di modifica delle tabelle di organizzazione e di nuova distribuzione dello scarso personale amministrativo nel settore penale, la cui vera e propria condizione di emergenza è risalente e produce effetti allarmanti, è nel senso di perseguire almeno l’obiettivo della progressiva e tendenziale equivalenza del numero delle definizioni a paragone dei flussi in entrata.
Ma ogni misura organizzativa, a meno di improbabili interventi straordinari, è destinata a fallire se le sopravvenienze – nel maggio del 2018 si è inoltre registrata l’immissione nell’esercizio delle funzioni presso la Procura della Repubblica di n. 2 magistrati ordinari in tirocinio derivandone il pieno organico dell’ufficio del PM – continueranno ad aumentare e se le pesanti criticità nell’assistenza ai magistrati dovute alla carenza di personale amministrativo non saranno almeno in parte contenute.